LA RIVIERA DELLA VERGOGNA

di Giada Fazzalari

Non bastavano evidentemente sessantamila morti, la distruzione di abitazioni e di infrastrutture come scuole, ospedali, strade, la deportazione di cittadini in un “altrove” non ben definito, ma che non deve comunque essere la loro terra senza Stato. Apolidi senza storia e senza futuro, i palestinesi. Che ora potranno scegliere se andare via con cinquemila dollari in tasca, o rimanere in qualche campo profughi a osservare in silenzio la dolce vita dei grattacieli di Gaza. Questo disegno incredibile ha un nome e dei padri: si chiama “Gaza Riviera”, e non è molto diverso da quel filmato che il presidente Usa Donald Trump aveva fatto girare sui social qualche tempo fa, mostrando, in una sorta di macabro rendering, lussuosi alberghi e casinò, fastosi stabilimenti balneari, fontane zampillanti purissima acqua, il tutto condito da tanta gente felice ed osannante. Ma alzando già allora una ondata di indignazione in tutto il mondo. Quella che sembrava una squallida trovata da milioni di like, si sta ora materializzando come una proposta sul tavolo per il dopoguerra. Al lavoro lo stesso presidente americano, con a fianco il genero Jared Kushner, il principale artefice degli accordi di Abramo del 2020 che avevano visto Emirati Arabi Uniti, Bahrein e Marocco normalizzare i legami con Israele. A supportarli, un nome che pesa: Tony Blair. L’ex premier britannico, lasciati i Labur, si è da tempo dedicato agli affari e, in questa veste, attraverso il suo think tank “Tony Blair Institute for Global Change”, sembra essere stato chiamato a ripensare il ruolo di uno Stato palestinese, ma non sono ben chiari i termini della consulenza per la quale è stato interpellato dallo stesso Trump. Quali che siano gli attori di questa proposta, il sentimento dominante è uno: la vergogna. Per quest’idea di annientare un popolo a favore di un possibile affare; un disegno che mette insieme il proposito coloniale israeliano e l’affarismo personale di alcuni. E per chi ha anche solo potuto pensare, in piena guerra, coi morti ancora caldi, di trasformare una terra maciullata senza diritti e senza giustizia in un resort per ricchi.

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