Tutti alla corte di Trump

di Enzo Maraio

Dal tappeto rosso steso a Putin alle battute sull’abbigliamento di Zelensky. Quelli di Trump sono vertici che nell’immediato lasciano poco. Questi ultimi hanno riabilitato Putin agli occhi della diplomazia e del mondo e certificato l’irrilevanza dell’Europa. In questi giorni di vertici ad alto livello abbiamo assistito semplicemente ad un inseguimento ai voleri della Casa Bianca. Ci aspettavamo quantomeno un cessate il fuoco immediato che non è arrivato e che avrebbe facilitato le trattative di pace in Ucraina e così, mentre Zelensky era dal portavoce di Putin alla Casa Bianca, il presidente russo continuava ad attaccare l’Ucraina. Putin, Trump e Zelensky stanno giocando una partita a scacchi che vede i Paesi europei e l’Europa come semplici spettatori. Alla Casa Bianca, oltre ai convenevoli con il Presidente Trump, nessun leader europeo ha dettato alcuna condizione, se non un timido tentativo di Macron di chiedere un vertice dove possano partecipare anche le istituzioni europee. Per la Meloni sì è trattato di un ulteriore viaggio oltreoceano per applaudire il tycoon. Selfie, belle inquadrature, zero politica. La sensazione è che – come confida Trump a Macron – l’accordo Putin lo voglia fare esclusivamente con Trump e il leader americano è pronto a cedere su tutto. Se pensiamo ai territori ucraini, si parla di cedere alla Russia il Donbass oggi dell’Ucraina, e per alcuni già questa potrebbe essere una vittoria perché Putin passerebbe dal rivendicare tutta l’Ucraina a limitarsi al solo venti per cento. In Ucraina, se speravamo che si potesse arrivare ad una pace giusta, si arriverà ad una pace possibile dove le trattative verranno dettate dalle regole della forza. In questo contesto l’Italia della Meloni conta poco, non incide. Troppo ‘vicina’ a Trump per sollecitare una riflessione in Europa. Attendiamo, nell’ auspicio possano arrivare segnali. Intanto si delinea, ma è altro tema, un nuovo ordine mondiale.

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