Se l’emergenza abitativa è ormai una priorità

di Luigi Iorio

L’ emergenza abitativa nel nostro Paese, come nel resto d’Europa, è ormai un atavico problema al quale sembra non si riesca a dare soluzione. I partiti stentano ad inserire il tema delle politiche abitative nell’agenda politica. Eppure, vivere il proprio tempo con i propri affetti all’intento di una abitazione dovrebbe essere un diritto, come già veniva richiamato nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani nel 1948. Per garantire questo diritto, i singoli Stati dovrebbero aiutare economicamente le persone in difficoltà a sopportare aumenti eccessivi degli affitti, trovare forme di incentivi per l’acquisto di una prima casa, garantendo in questo modo un’abitabilità sociale. Come è possibile che questo principio venga adottato concretamente? Si parte dalla condizione che l’impegno preso anche dal nostro Paese con la sottoscrizione della Dichiarazione non rappresenta un obbligo vincolante per gli Stati, bensì un obiettivo programmatico. E già questo pare essere un limite. In Italia, secondo l’Istat, quasi il 30 per cento degli italiani vive in affitto. A non possedere una casa di proprietà risultano per lo più singoli o coppie al di sotto dei trentacinque anni. Oltre centomila risultano non avere una fissa dimora. I meno abbienti non potranno mai accendere un mutuo per una prima casa ma soprattutto c’è l’emergenza di affitti sempre più alti, soprattutto nelle grandi città. Ma la politica stenta a proporre soluzioni. Come potrebbe invece essere l’ampliare i progetti di edilizia sociale, attivabili dai Comuni; una maggiore sinergia tra pubblico e privato; monitorare i tre miliardi da impiegare in interventi legati all’edilizia sociale stanziati con fondo Pnrr, che ad oggi sono completati solo per l’80% e rischiano di non esser conclusi entro i termini del 2026. In Spagna, il governo del socialista Sanchez ha annunciato la nascita di una società di edilizia pubblica per la costruzione e gestione ti alloggi. In Italia il governo Meloni ha invece anche abolito il contributo per gli affitti Il diritto alla casa dovrà necessariamente essere affrontato in tempi rapidissimi dalla politica. Per garantire una uguaglianza sostanziale come riportato all’art. 3 della nostra Costituzione. I socialisti, da sempre attenti ai bisogni degli ultimi, su questa importante priorità per il nostro Paese, presenteranno a Roma il prossimo 2 luglio un “Piano casa nazionale”, presso la sede del Partito.

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