di Emmeti
Sotto la testata campeggiava il motto “Lavorare per vivere/vivere per pensare/pensare per migliorarsi”. Era tutta qui la filosofia del giornale “La Martinella”, già allora positivista, gradualista, in una parola socialista. Anche prima che il Partito venisse ufficialmente fondato al congresso di Genova nel 1892. Risale infatti al 1884 la prima uscita pubblica a Colle val d’Elsa, nella Valdelsa senese, del giornale che nel giro di pochi anni diventerà punto di riferimento dei socialisti a livello provinciale prima e toscano poi. Prendeva il nome dalla campanina montata sul carroccio che, all’epoca dei Comuni, dava voce alla battaglia. Nella scelta del nome i fondatori avevano voluto infondere al popolo coraggio nella lotta. “La Martinella”, in breve, divenne stimolo, guida e riferimento per quanti si facevano portatori delle nuove istanze sociali e contro tutte le ingiustizie. Forse furono addirittura “centomila i lettori”, ma qui si rischia qualche esagerazione. Di certo, ogni settimana il giornale veniva stampato in migliaia di copie e distribuito grazie ai volontari in tutti i grandi e piccoli centri della Toscana. Ogni volta ospitava una firma autorevole, Andrea Costa, Camillo Prampolini, Filippo Turati e altri leader del movimento operaio, democratico, repubblicano, socialista. Tra i fondatori Ettore Capresi (a lui si deve il motto citato), Quinto Conti, medico chirurgo, Jacopo Danielli, delegato a Genova al congresso fondativo, Vittorio Meoni. E fu anche grazie al giornale e alla diffusione delle sue idee se Colle Val d’Elsa fu uno dei primi Comuni in Italia a eleggere un sindaco socialista, Antonio Salvetti e quindi lo stesso Meoni. Eravamo nel 1897. La politica nuova si stava affermando anche grazie ai mezzi di comunicazione di massa; La Martinella era tra questi. Nel tempo il giornale finì per diventare l’organo ufficiale della federazione socialista della provincia di Siena. Cessò le pubblicazioni una prima volta nel 1915, poi la sua presenza si fece saltuaria fino alla soppressione nel periodo fascista. Ma già nel 1944/45 con la ricostituzione a Siena e provincia del Partito tornò a essere regolarmente pubblicata, usciva il lunedì. Nell’archivio del Psi si possono leggere le corrispondenze delle sezioni locali per gli abbonamenti da sottoscrivere per l’Avanti! e per La Martinella. Rimarrà in vita anche nei decenni successivi. Gli ultimi numeri sono usciti anche negli anni feroci di Tangentopoli quando, sotto la gloriosa testata, venne ripreso l’antico motto. Oggi “La Martinella” non fa sentire la sua voce ma aspetta di tornare a suonare per il suo popolo contro tutte le ingiustizie e per un mondo nuovo. Come l’Avanti! a livello nazionale è urgente che ovunque in Italia i socialisti riprendano a far sentire la loro voce con testate proprie, nuove o dal glorioso passa- to come La Martinella. La ripresa politica passa da qui.