Il 7 giugno la manifestazione per Gaza: fermare il massacro

di Rocco Romeo

Il centrosinistra scenderà in piazza il prossimo 7 giugno a Roma per una grande manifestazione a sostegno della pace in Medio Oriente e per chiedere l’immediato cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Il Psi, che si è fatto promotore della campagna “Stop bombs on children”, sarà presente con una delegazione guidata dal segretario nazionale Enzo Maraio. «Non possiamo restare in silenzio di fronte ad una tragedia umanitaria che colpisce civili innocenti, soprattutto bambini – ha dichiarato Maraio –. È a loro che abbiamo pensato con la campagna “Stop bombs on children”, perché cresca ovunque la richiesta al leader israeliano Netanyahu dell’immediato stop ai bombardamenti. La pace non è un’utopia, ma una necessità. E il nostro dovere, come socialisti, è continuare a batterci per un mondo più giusto e più umano. I socialisti saranno protagonisti, insieme alle opposizioni, in piazza per Gaza. Serve un fronte, il più ampio possibile, per porre fine a questo disastro umanitario». Su Gaza è unitaria la posizione del Partito Democratico, del Psi, di Alleanza Verdi e Sinistra e del Movimento 5 Stelle. I leader delle forze progressiste e diversi esponenti del mondo associativo stanno lavorando per definire i dettagli dell’iniziativa. La mobilitazione per Gaza costruisce un fronte largo e coeso. L’obiettivo è chiaro: fermare il massacro, tutelare i civili, chiedere il rispetto del diritto internazionale umanitario e rilanciare la soluzione politica fondata sul principio dei “due popoli – due Stati”, come sempre hanno sostenuto, storicamente, i socialisti italiani. Per il Psi, infatti, si tratta di un impegno che affonda le radici nella propria storia e nella sua vocazione internazionalista a guida Craxi. La condizione che stanno vivendo i gazawi è del resto ormai oltre il limite di ogni sopportazione umana: restano, indelebili, negli occhi di ogniuno di noi le figure inscheletrite dei bambini ormai stremati dalla fame, che ci riportano ad un tempo che tutti ricordiamo e che nessuno di noi pensava fosse possibile rivivere; specie quando tale condizione nasce per mano del governo di un popolo che di quelle stesse condizioni è stato vittima innocente. Tutto ciò non può svolgersi sotto ai nostri occhi senza che le democrazie occidentali, ed il nostro governo non per ultimo, abbiano nulla da dire al riguardo. Ecco perché è giusto farsi sentire. «Essere in piazza – ha concluso Maraio – significa affermare che l’Italia non può girarsi dall’altra parte. È il momento di far sentire la voce di chi crede nella diplomazia, nei diritti e nella pace come strumenti di giustizia globale».

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