di Stefano Amoroso
Cos’è il consenso? Il dizionario spiega che il consenso è un permesso, un’approvazione. Quando il consenso riguarda un partito che da molti è stato dato per scomparso, assomiglia molto ad una rinascita. È lì, davanti a noi, e ci racconta quello che ha fatto in diverse stagioni della Repubblica e che oggi ancora fa. Le amministrative del 25 e 26 maggio, per il Psi, rappresentano l’inizio di una nuova stagione del consenso, che consente ai partiti non solo di avere dei propri iscritti tra gli amministratori eletti, il che è sempre importante, ma soprattutto di avere l’approvazione popolare alle proprie idee e programmi. Dallo scorso 26 maggio, dunque, è diventato evidente che gli elettori consentono di parlare di socialismo democratico, di proporre riforme, progetti e difesa del bene comune secondo idee e tradizioni tipiche del partito più antico della storia italiana. È un riconoscersi, e dunque un conoscersi nuovamente, tra un partito dalla storia gloriosa, ma dal recente passato assai travagliato, ed i suoi elettori. I dati definitivi ci consegnano il Psi presente quasi ovunque in Italia, e non più confinato in poche oasi. Così fa scalpore la vittoria di Osimo in provincia di Ancona, cittadina di quasi 35 mila abitanti adagiata sulle colline marchigiane, dove la lista tra Psi e +Europa prende il 4,75% ed elegge un consigliere socialista, nell’ambito della bella affermazione del centrosinistra. Scendendo giù, lungo l’Adriatico, il Psi sbarca a sorpresa ad Ortona. La lista autonoma che sosteneva il candidato sindaco Nicola Primavera (nomen omen, dicevano gli antichi latini) sfiora il 3% e sarà ago della bilancia nel prossimo ballottaggio nel centro teatino. Spostandoci nel Lazio, a Ceccano, in provincia di Frosinone, la lista del Psi contribuisce alla importante affermazione del candidato sindaco del centrosinistra con un convincente 5%. Proseguendo verso Sud, la musica non cambia, anzi: a Nola, in Campania, la lista autonoma del Psi sfiora il 4% ed il candidato sindaco appoggiato dalla lista, Agostino Ruggiero, prende un apprezzabile 4,5% dei consensi. A Taranto, dove si va al ballottaggio tra il candidato del centrosinistra e quello della Lega, la lista socialista è al 4%. Altri Comuni minori, lungo tutto lo Stivale, registrano risultati importanti per il Partito Socialista. Tuttavia, è senza dubbio la Calabria esempio della rinascita socialista contemporanea: in Regione vengono eletti ben tre sindaci che con il socialismo italiano hanno una lunga storia di appartenenza: Sandro Principe diventa sindaco di Rende, alle porte di Cosenza, con un lusinghiero 58,76% che è quasi il triplo del suo più diretto avversario, il candidato del centrodestra. Sempre in provincia di Cosenza, Giuseppe Aieta torna a fare il sindaco di Cetraro dopo aver già ricoperto la carica di primo cittadino dal 2005 al 2015. Lì Marco Occhiuzzi e Emanuela Matta del Psi vengono eletti al consiglio comunale con un risultato entusiasmante: i primi eletti in assoluto. A Paola, importante centro costiero tirrenico di 15 mila abitanti, l’avvocato Roberto Perrotta, storico esponente socialista, diventa sindaco per la quarta volta. La provincia di Cosenza, contando anche il sindaco del capoluogo, Franz Caruso, si conferma una delle più socialiste d’Italia. Ed è la Calabria, dove si voterà entro due anni e il centrosinistra è ancora alla ricerca di un candidato unitario capace di sfidare in maniera credibile il Presidente uscente, Roberto Occhiuto, vice segretario nazionale di Forza Italia ed esponente di spicco del centrodestra nel Sud, la Regione nella quale i socialisti possono aspirare a qualcosa in più di alcune, pur importanti, vittorie cittadine. “In Calabria straordinario successo dei socialisti. I grandi risultati di Principe, Aieta e Perrotta, i risultati delle liste socialiste, confermano che siamo tornati, che siamo protagonisti, strategici in un centrosinistra unito, plurale, vincente”. Queste sono le dichiarazioni del segretario nazionale del Psi, Enzo Maraio. Il leader socialista, però, ha un pensiero anche per il Nord Italia e ad un nuovo centrosinistra, più unito e plurale. Lo spunto lo offre la bella elezione al primo turno di Silvia Salis a sindaco di Genova. “Con Silvia Salis Genova sceglie la strada migliore. La città ligure è modello nazionale. Il centrosinistra tiene insieme più anime, parla di cose concrete ed il Pd, primo partito, si apre a sensibilità diverse. Come per Trento l’alleanza con il Psi contribuisce ad un grande risultato. Il Psi non rinuncia alla sua autonomia ma partecipa ad un processo più grande”. I sindaci e i consiglieri socialisti eletti non sempre sono dei volti nuovi: spesso, anzi, sono politici navigati e con storie ben radicate nella tradizione socialista. Che si tratti di conferme di sindaci in carica, di ritorni o di prime volte, in ogni caso il senso della scelta degli elettori è chiara: in un contesto politico sempre più frammentato e dominato da liste civiche ubique e d’incerta collocazione politica ed ideologica, la tradizione socialista, in territori come quello calabrese, o salernitano, od altri ancora, è viva e continua ad esercitare un notevole fascino sugli elettori. Che non guardano tanto alla salvaguardia della memoria storica, ma soprattutto alle proposte per il futuro. Proposte che siano in grado di unire il riformismo, l’innovazione e la concretezza amministrativa: è in questo trivio che si situa la proposta politica socialista contemporanea.