5 Sì per il lavoro e il futuro

di Enzo Maraio

Sui referendum dell’8 e 9 giugno cinque SI convinti dai socialisti. Da un lato l’appello all’astensione del Governo, contro tutte le regole istituzionali; un vero e proprio attacco alla democrazia partecipativa. Dall’altra la vergognosa l’azione di oscurantismo messa in atto da certa parte della informazione pubblica. È per questo che il Psi ha lanciato un appello alla stampa e all’editoria per far crescere nelle ultime settimane le occasioni di approfondimento sui temi referendari. Temi strategici per il destino dei lavoratori e di tanti giovani nel nostro Paese. Quello sulla cittadinanza è un referendum che i socialisti hanno promosso insieme a +Europa, ad altri partiti della sinistra e a tante associazioni che si battono per le libertà, i diritti e l’uguaglianza. Portare da 10 a 5 anni (come era già un tempo) il tempo necessario per ottenere la cittadinanza italiana a determinate condizioni, è atto di profonda civiltà nei confronti di quelle famiglie e per quei bimbi che sono pienamente integrati nella società, pagando le tasse, frequentando le scuole e giocando con i nostri figli. Gli altri quattro referendum riguardano il lavoro ed in particolare il jobs act, che ha avviato una importante riforma del mercato del lavoro, introducendo il concetto delle tutele crescenti. Le posizioni in materia nella società, nei sindacati, nel mondo della politica e nello stesso partito socialista sono variegate e in qualche caso contrastanti. Al nostro congresso di Napoli è prevalsa la linea del sostegno a tutti i referendum. Il jobs act è stato solo parzialmente applicato e, in assenza di qualsiasi politica attiva per il lavoro, per noi socialisti un tagliando ed una verifica, dopo più di dieci anni dalla sua introduzione, sono necessari per apportare quelle modifiche richieste oggi dal mondo del lavoro. Se da un lato, infatti, con il jobs act sono aumentate le occasioni di lavoro, dall’altro si è inciso poco sulle condizioni dei lavoratori, che registrano ancora troppa precarietà. Sul tema una riflessione serviva e serve. Grandi colpe oggi le ha il Governo Meloni, che sul lavoro ha operato tagli ai fondi per le politiche attive e va avanti senza strategia e programmazione. Le opposizioni hanno la possibilità di accompagnare al voto referendario l’impegno ad una grande battaglia che deve essere di tutta la politica. I socialisti saranno protagonisti nell’intensificare ogni iniziativa utile ad informare e far partecipare i cittadini italiani alla vita pubblica.

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