Quel numero dimenticato e formidabile dell’Avanti! del 45

di Nautilus

Il 30 aprile si racconta l’esecuzione di Benito Mussolini ma c’è spazio per l’articolo di un ragazzo che, tra le macerie, scrive già di cultura popolare. Aveva 26 anni, si chiamava Paolo Grassi

In quelle ore meravigliose che seguirono la Liberazione, il giornale del Partito socialista, a lungo clandestino, usciva con un solo foglio, due pagine nelle quali si concentravano più notizie possibile. Tutte notizie di rilevanza enorme. Questo è il contesto nel quale il 30 aprile 1945, l’Avanti! apre a tutta pagina con “la” notizia che milioni di italiani aspettavano: “La fucilazione di Mussolini e dei suoi complici è la conclusione necessaria di una fase storica”. Ma in quelle ore la guerra continuava, le truppe tedesche in fuga erano ancora pericolosissime. Di tutto questo l’Avanti! parla, ma quel giorno la pagina 2 è aperta da un articolo “Teatro del popolo”, firmato da uno sconosciuto: Paolo Grassi. Un ragazzo di 26 anni, al quale l’Avanti! concede tanto spazio. Leggiamo: “Il teatro, tra tutte le arti, è la più vicina al cuore”, “il popolo non va al teatro perché una classe dirigente corrotta e ignorante l’ha tenuto lontano”. Ugo Intini notò quell’articolo così spiazzante dell’Avanti! e ottant’anni dopo francamente stupisce l’intelligenza dei socialisti ma soprattutto la loro modernità: la guerra non era ancora finita e già si scommetteva sul valore della cultura popolare e del teatro in particolare. Grassi avrebbe fondato – assieme a Giorgio Strehler – il “Piccolo Teatro” di Milano e i due sarebbero diventati gli artefici di rappresentazioni straordinarie e celebri in tutto il mondo. Contribuendo alla crescita culturale e politica di tanti italiani.

 

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