Il 25 aprile con gli occhi dei bambini

di Enzo Maraio

Il 25 aprile non sia vuoto rituale ma qualcosa di più, sia un messaggio che si rinnova. Ci apprestiamo a vivere una ricorrenza molto significativa, che non deve essere solo la celebrazione della liberazione dal regime fascista e dall’occupazione nazista dell’Italia, ma l’occasione per riflettere su quanto ci circonda. Si rifletta con gli occhi di chi oggi vive in territori militarmente occupati e che non ha libertà. Con gli occhi degli ucraini che stanno subendo l’occupazione russa ormai da anni, vivendo sotto continui bombardamenti, l’ultimo la mattina della domenica delle Palme, mentre i fedeli si recavano nelle chiese. Si rifletta con gli occhi dei palestinesi, di chi vive quotidianamente con il terrore delle bombe, di quelle ‘intelligenti’ che si pensano per i terroristi di Hamas e che invece fanno troppo spesso finire sotto le macerie chi colpe non ne ha. Si rifletta con gli occhi dei bambini che, sia in Ucraina che in Palestina, stanno vivendo la propria infanzia fra i boati dei colpi ‘artiglieria, fra le macerie delle proprie case, fra gli stenti e la fame. Sono quasi tremila i bambini morti in Ucraina, oltre quindicimila minori e quarantamila bambini feriti nella striscia di Gaza. Il prezzo più alto della guerra lo stanno pagando loro ed è a loro che la comunità internazionale deve guardare, con l’intento di raggiungere nel più breve tempo possibile ad accordi di pace. Ma una pace giusta, che consenta al diritto internazionale di riprendere un vigore ed un riconoscimento che oggi pare troppo debole. Il nostro 25 aprile sia quindi l’occasione per ragionare su tutto questo e per contribuire, con la nostra azione, a fare in modo che libertà e diritti tornino ad essere priorità per il mondo. Non sarà la ricetta trumpiana, l’egoismo sfrenato senza alcuna regola se non il profitto di pochi, a porre fine alle guerre ma la buona volontà di chi avrà memoria di quanto è stato, e con questa memoria saper costruire il futuro. È arrivato il momento che “venga finalmente la pace”, per usare le parole di Papa Francesco. Sia così per il Medio Oriente e per l’Ucraina. Ogni popolo oppresso possa vivere il suo 25 aprile: è il nostro auspicio e per questo obiettivo lavoreremo.

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