Covid-19. Il documento del centrosinistra bergamasco: chiediamo aiuto per salvare i vivi

“Alla quinta settimana dall’esplosione dell’epidemia da Covid-19, i cittadini di Bergamo stanno vivendo una situazione ben più grave di quella che emerge dai mass media e anche le cifre ufficiali non rappresentano il dramma che stanno vivendo i bergamaschi. Secondo i dati, il totale dei decessi nel Comune di Bergamo nel mese di marzo 2019 è stato di 125, mentre le morti nello stesso periodo di quest’anno sono 553 (circa 4 volte tanto); per i contagi da Covronavirus, la valutazione più ottimistica prevede un moltiplicatore pari a 10 rispetto ai dati ufficiali diffusi. Dai dati in nostro possesso nelle RSA bergamasche la situazione dei decessi è particolarmente grave con incrementi importanti rispetto alle annualità precedenti. Decessi che non rientrano nelle statistiche ufficiali così come le persone che vengono a mancare nella propria abitazione.
Inutile dire che questo virus ci ha colto tutti impreparati e che come Paese non ci siamo fatti trovare pronti con un piano emergenziale mirato per contrastare l’epidemia, sia a livello nazionale che regionale: prova ne è la difficoltà nel reperire anche i più elementari mezzi di protezione individuale.
Bergamo ha bisogno di misure ben più incisive di quelle messe in atto per contenere la pandemia e per affrontare la drammatica situazione in cui ci troviamo.
Dobbiamo evitare che le persone si sentano e siano abbandonate a loro stesse anche a causa della quantità di medici che purtroppo si sono ammalati. Dobbiamo aumentare il numero dei tamponi in modo tale da sottoporre a controllo tutte le persone a rischio e non solo quelle che sono ospedalizzate, così come ha fatto la Regione Veneto, e effettuare tamponi mirati ai lavoratori per garantirne la sicurezza sui luoghi di lavoro e contenere la diffusione del virus.
Dobbiamo prelevare i tamponi anche a domicilio per evitare che persone potenzialmente infette si muovano sul territorio: perché la Regione Lombardia effettua circa 5.000 tamponi al giorno (27 marzo 8147, 28 marzo 6643, 29 marzo 4895, 30 marzo 3659, 31 marzo 3583, in decrescita) mentre la Regione Veneto ne programma circa 20.000?
Dobbiamo potenziare l’assistenza territoriale: perché l’investimento nelle Unità Speciali Continuità Assistenziale, che raggiungono i pazienti a casa prima che la situazione sanitaria si aggravi, è ancora così limitato?
Chiediamo con forza a Regione Lombardia, di implementare l’assistenza domiciliare territoriale, attraverso le seguenti azioni mirate:
1. Potenziare le Unità Speciali di Continuità Assistenziale (USCA) attualmente del tutto insufficienti.
2. Garantire DPI a sufficienza e idonei a tutti gli operatori sanitari, ad esempio medici di famiglia, farmacisti, infermieri, medici di RSA, operatori di pompe funebri, fornendo ai soggetti più esposti mascherine ffp2.
3. Garantire DPI a sufficienza e idonei a tutti i lavoratori a contatto con il pubblico quali, forze dell’ordine, uffici pubblici, esercenti commerciali, volontari, ecc.
4. Sottoporre a tampone i lavoratori malati prima del rientro nel luogo di lavoro, nonché tutti gli operatori sanitari e i casi con sospetta sintomatologia di Covid19 e i loro familiari.
5. Emanazione di concordate linee guida in merito al trattamento farmacologico dei pazienti e coordinamento fra territorio e aziende ospedaliere, anticipando così l’inizio della terapia e potenziando l’assistenza domiciliare anche con il contributo dei medici che hanno risposto all’appello del Governo.
6. Valutare un Test certo per i cittadini che hanno contratto Covid 19 e rientrano in comunità
7. Dotarsi delle attrezzature utili per aumentare il numero di tamponi e strumentazioni di laboratorio per eseguire esami del sangue per la ricerca di anticorpi.
8. Prevedere l’attivazione dell’assistenza domiciliare integrata specifica per i pazienti che hanno sintomi riconducibili al Covid-19.
9. Implementare la disponibilità di bombole di ossigeno sul territorio per terapia domiciliare e rendere la sua distribuzione più rapida.
10. Valutare la possibilità di rifornire i Comuni di concentratori di ossigeno per gestire le situazioni di emergenza.
11. Di seguire l’esempio di altre Regioni e, data la situazione lombarda, continuare a non consentire uscite fuori casa ad eccezione di quelle per le prime necessità.
Chiediamo alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, in collaborazione con ISS e Protezione Civile, un’attenzione mirata alla nostra città e alla nostra provincia. In particolare:
1. Misure economiche di sostegno da prevedere per il nostro territorio.
2. Prevedere misure speciali e strumenti idonei per monitorare e testare il contagio.
3. Tracciare il contagio per isolare tutti i contatti infetti.
4. Potenziare il personale sanitario, non solo negli ospedali, ma sul territorio, da destinare anche ai soggetti con sintomi Covid-19.
5. Intervenire perché sia rapida e fattiva la consegna dei DPI.
6. Mantenere una linea univoca relativamente alle restrizioni sul distanziamento sociale, per evitare confusione nei cittadini.
Siamo convinti che l’emergenza Covid-19 debba essere affrontata integrando le strutture ospedaliere con un’importante e decisa assistenza a livello territoriale. E’ necessario far ripartire, appena possibile, una delle provincie più produttive, che ha dato tanto all’Italia e che vuole essere messa in condizione di tornare a contribuire alla crescita del nostro Paese.
Con l’Esercito lo Stato è entrato nella nostra città per portare via i morti, noi chiediamo allo Stato e alla Regione un aiuto per salvare i vivi”
Partito Democratico
Lista Gori
Patto per Bergamo
APF

 

1 aprile 2020

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