Un’estate fa, la storia di noi due

di Andrea Follini

Un’estate fa, la storia di noi due, era già come una favola…” Già. Anche senza tirar in ballo le canzoni estive anni settanta, possiamo certo dire che per quanto riguarda le concessioni balneari, di favole se ne sono raccontate tante nel tempo. Ma come per tutte le favole, prima o poi si arriva al finale. E questo rischia di non essere uno di quelli “..e vissero felici e contenti”. Questo perché ai titolari di concessioni balneari, nel nostro Paese, si sono date un mare di speranze, che verranno, come noto da tempo ai più, puntualmente disattese. Si, perché l’Europa è stata fin troppo paziente con l’Italia ed i suoi governi; la direttiva Bolkestein sulla concorrenza parla chiaro, già dal 2010, data del suo recepimento italiano: non è possibile che gestori di aree demaniali paghino concessioni ridicole allo Stato per godere di un bene pubblico da un numero infinito di anni, senza una gara pubblica. Beni che consentono loro guadagni importanti, anche a fronte di investimenti, ad onor del vero, altrettanto importanti. Ecco perché nei giorni scorsi vi è stata la (assai poco partecipata) protesta dei gestori degli stabilimenti balneari, che in pieno agosto hanno ritardato l’apertura mattutina degli ombrelloni, chiedendo al governo di poter guardare al futuro senza incertezze. Dopo proroghe su proroghe, da parte di governi di tutti i colori, siamo ora arrivati al dunque. Ed il pallino è ora in mano al governo di centro destra che sta tentando l’ennesima arrampicata sugli specchi con Bruxelles. Nonostante da Chigi sia arrivato l’ordine di tenere bassi i toni e di non sperticarsi in dichiarazioni sul tema, il leader della Lega Salvini non ha perso tempo per tuonare contro l’Europa matrigna e burocrate, istituzione che a suo giudizio rompe sempre le uova nel paniere. Più cauti i compagni di coalizione, ben consci di reggere con le mani una patata bollente in termini di consenso e di rapporti con le categorie. La tensione nel governo si registra anche perché siamo in un momento particolarmente delicato. Da un lato perché la Commissione europea ha pronto un ricorso alla Corte di Giustizia contro l’Italia sul tema e dall’altro perché questo è anche il periodo delle nomine dei nuovi commissari europei. In pole position per questo ruolo il ministro agli d’affari europei Raffaele Fitto, che tutto vorrebbe in questo momento tranne che dover gestire problemi con Bruxelles. Ecco perché il ministro sta tentando di mettere in campo una mediazione che scongiuri l’ulteriore differimento dell’applicazione della direttiva, che verrebbe sicuramente respinta dalla Commissione, prevedendo invece corposi risarcimenti ai concessionari che dovessero perdere la gara, basati sulla quota di investimenti fatti negli anni; un ritorno, quindi, alla proposta già avanzata al tempo da Mario Draghi e sempre contestata dalla destra. Risarcimenti che sarebbero però a carico dei nuovi concessionari subentranti; un deterrente non da poco per quegli imprenditori che volessero affacciarsi a questo business. Fitto ci tiene a fare una buona figura in Europa, limitando il più possibile in danni in patria. Impresa ardua, se pensiamo che la destra sul tema ha sempre dichiarato la sua indisponibilità a trattare, rivendicando un numero esagerato di metri di costa non ancora soggetta ad alcuna concessione, che potrebbe garantire agli attuali gestori una ulteriore proroga della loro concessione. In attesa quindi che venga presa una decisione, resta la deadline del 31 dicembre, termine entro il quale le concessioni dovranno essere assegnate, senza i trucchetti già tentati di far comparire nell’elenco delle aree costiere ora non conferite, anche scogliere ed anfratti, dove un ombrellone non si riuscirebbe a piantare nemmeno col cemento; Bruxelles su questo ci ha già sgamati, inutile ritentare. La certificazione dell’ennesima promessa non mantenuta da Meloni agli italiani, quindi, potrebbe materializzarsi ben prima di fine d’anno, cioè al termine delle vacanze. “E finisce qui, la storia di noi due…” cantava Califano. E forse, visto che anche questa partita non è stata gestita proprio benissimo dal governo, il motivetto potrebbe tornare di moda.

Ti potrebbero interessare

<

Intervista a Marta Marchiò, infermiera di Medici senza Frontiere di Giada Fazzalari Intercettiamo Martina al

Leggi tutto »