di Enzo Maraio
Evidentemente non abbiamo ancora imparato la lezione. L’Unione europea deve acquistare la propria indipendenza e autonomia in un ambito di relazioni internazionali consolidate. Il ruolo europeo non dipende dal mutare delle maggioranze che guidano i partner occidentali ma deve essere figlio di una politica estera continentale che veda la partecipazione di tutti e ventisette i Paesi dell’Unione. Un’occasione che si era presentata per dare corpo a questa convinzione è stata quella del mandato d’arresto spiccato dalla Corte Penale Internazionale dell’Aia nei confronti del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e dell’ex ministro della Difesa, Yoav Gallant, insieme al leader di Hamas Ibrahim Al-Masri. Se l’Europa ha riconosciuto la Corte ne deve rispettare le sentenze, considerando di conseguenza come propri gli obblighi mossi dal diritto internazionale. Non possiamo essere favorevoli quando la sentenza ci piace e contrari se la stessa non è di nostro gradimento. Così non si costruisce né la credibilità né l’unità dell’Europa, che su temi dirimenti deve invece pronunciarsi con una sola voce. Bene ha fatto in tal senso l’Alto rappresentante per la Politica Estera dell’Ue, Josep Borrell a rimarcare questi concetti dopo le accuse di antisemitismo mosse dal premier israeliano nei confronti dei giudici e la dichiarazione degli Stati Uniti, con la quale hanno ribadito di non riconoscere le sentenze della Corte, unitamente ai dubbi espressi da alcuni esponenti dei governi europei. Non è possibile essere a favore di una sentenza della Corte quando è contro Putin e rimanere in silenzio quando è contro Netanyahu. Clamorosa la non posizione del Governo italiano i cui tre azionisti di maggioranza hanno prodotto posizioni diverse: Salvini smentisce la Corte, Meloni smentisce Salvini e Tajani tentenna, senza esprimere un’idea chiara, prendendo tempo. Allo stesso modo sappiamo che gli Usa sono su posizioni diverse perché non hanno firmato la Convenzione con la quale è stata istituita la Corte. Ma tutti i Paesi dell’Ue l’hanno fatto ed il riconoscimento dei provvedimenti che da quella Corte vengono emessi non è una cosa che si può scegliere, è un obbligo. L’Europa ha oggi l’occasione di dimostrare di avere la forza di rispettare gli obblighi del diritto internazionale indipendentemente dalle decisioni degli Usa. La colga.