Sinner, italianisssimo di nascita ma lo stile…

di Nautilus

Jannik Sinner – il ragazzo di Sesto Pusteria ha di nuovo vinto un grande Torneo ed ha accompagnato la sua vittoria con un gesto delicato: quando ha consolato il suo avversario, il tedesco Zverev, che al termine della partita era assai avvilito. Non è la prima volta che il fuoriclasse del tennis mondiale mostra una classe interiore fuori dall’ordinario. E tuttavia le sue vittorie, in Italia, sono accompagnate, qua e là, da commenti sarcastici: italiano sì ma per modo di dire, Sinner non sarebbe un “purosangue”. Pensiero anacronistico nel 2025 ma che si alimenta (talora inconsapevolmente!) di qualche verità: sino a 50-60 anni fa, nelle terre di confine dove Jannik è nato, molti anziani non avevano mai parlato in italiano, per la semplice ragione che per secoli la cultura e la lingua erano altre. E tuttavia – passata la stagione fascista, infausta pure da quelle parti – nel secondo dopoguerra nel Sud Tirolo si è via via consolidata un’integrazione tra lingue e culture diverse. Oramai l’Alto-Adige è un esempio di pacifica convivenza, è spesso indicato all’ Onu come modello per la soluzione di serissimi conflitti etnici. Sinner, che canta l’inno di Mameli ma senza ripudiare le radici tirolesi, è la “prova” di un evento raro: un esperimento politico riuscito. Altra diceria: Jannik vince proprio perché in fondo non è italiano, perché è un freddo. Anche questa storia fa acqua, come ha dimostrato lo stress fisico-emotivo che lo ha colpito in Australia. Sinner si sente italiano, è italiano ma certo è un italiano con tratti di eleganza, mitezza, rispetto degli altri, che non sono tipici di tutti gli italiani. Anzi, in questa stagione storica, sono quasi sconosciuti in una parte importante della classe dirigente. Quella che partecipa alla discussione pubblica, politici, giornalisti e affini. E invece lo sentono amico, fratello e parente i tanti italiani comuni, in particolare giovani, che apprezzano il campione mai sopra le righe. E trovano in Sinner un incoraggiamento a continuare ad essere come lui; persone rispettose degli altri.

Ti potrebbero interessare