Legittima difesa: Buemi, sono già in vigore misure per difendersi

Delle misure per consentire ai privati cittadini di difendersi da furti, rapine, sequestri e aggressioni ci sono già, a cominciare dalle agevolazioni fiscale previste nel “Testo unico delle imposte sui redditi” per chi installa antifurti, telecamere, porte blindate e ogni altro sistema di autodifesa. Pertanto non si capisce perché maggioranza e opposizione insistano nel portare avanti una legge sulla legittima difesa che consenta a sempre più persone di armarsi con tutti “i rischi” che questo potrà comportare. E’ questo, in estrema sintesi, il contenuto dell’interrogazione ai ministri di Economia, Giustizia e Interno firmata da Enrico Buemi, Longo Fausto Guilherme, appena depositata al Senato. I parlamentari, che a proposito della legge ora all’esame del Parlamento, parlano di “preoccupante deriva di populismo penale”, invitano a non abdicare al principio secondo il quale la difesa “compete allo Stato e alle forze dell’ordine che operano alle sue dipendenze”. Quindi ricordano la norma “di cui nessuno volutamente parla”, come osserva Buemi che già prevede agevolazioni fiscali (art. 16-bis, comma 1 lettera f del Dpr 917/86) per chi adotta “misure finalizzate a prevenire il rischio del compimento di atti illeciti da parte di terzi” laddove per “atti illeciti” l’Agenzia delle entrate ha già spiegato che si tratta di quelli “penalmente illeciti” come “furto, aggressione, sequestro di persona e ogni altro reato la cui realizzazione comporti la lesione di diritti giuridicamente protetti”. E a titolo “esemplificativo” ha anche elencato: “rafforzamento, sostituzione o installazione di cancellate o recinzioni murarie degli edifici; apposizione di grate sulle finestre o loro sostituzione; porte blindate; apposizione o sostituzione di serrature, lucchetti, catenacci, spioncini; installazione di rilevatori di apertura e di effrazione sui serramenti; apposizione di saracinesche; vetri antisfondamento; casseforti; fotocamere; antifurti”. Gli interroganti chiedono quindi di sapere, tra l’altro, “se non si ritenga che accrescere l’utilizzo di tale strumento sia preferibile alla giustizia privata, che compromette la tutela del cosiddetto monopolio giudiziario della risoluzione delle controversie tra privati, e quindi della pace sociale”

Ti potrebbero interessare