di Nautilus
Sia ben chiaro: ogni tanto i complotti politici esistono. Nel 1973 in Cile, quello che è passato alla storia come un golpe, era stato preparato da un complotto che vide protagonisti la Cia, i vertici militari e altri soggetti meno vistosi. Alcune stragi che hanno insanguinato l’Italia dalla fine degli anni Sessanta per almeno dieci anni furono il terminale di complotti orditi da spezzoni dei Servizi, dalla P2, dai terroristi neri. Complotti autentici e molto dolorosi ma altre volte può capitare che si organizzino invece piani meno ambiziosi: piccoli intrighi, incursioni, trame malaccorte. Da qualche anno ha preso corpo un altro genere, sempre più “gettonato”: la denuncia di complotti che però si rivelano presto immaginari o al massimo dei fuochi fatui. È un fenomeno meglio noto come complottismo: denuncio qualcosa di immaginario in modo da motivare i miei fan contro qualche nemico di comodo. La destra di governo, che aveva già dimostrato una certa attitudine vittimista, in pieno agosto è uscita allo scoperto con una denuncia roboante: un complotto ordito da nemici del governo – politici, magistrati, media – contro Arianna Meloni, sorella della presidente del Consiglio. Il sistema politico-mediatico nostrano, lo sappiamo bene, è settario oltre ogni immaginazione, ma stavolta il fuoco potente e concentrico acceso dal quotidiano “Il Giornale”, dalla presidente del Consiglio in persona e dai vertici dei Fratelli d’Italia ha qualcosa di anomalo. Sentono aria di magistratura? E come fanno a saperlo? Delle due, una: o intuiscono qualcosa e giocano d’anticipo. Oppure, sentono semplicemente il bisogno di agitare il drappo rosso e, come si dice a Roma, la buttano in “caciara”. In entrambi casi un segnale non incoraggiante per il governo. Per più di un anno, bisognerà pur riconoscerlo anche da parte di chi non ha condiviso nessuna delle sue scelte, Meloni ha tenuto botta, è riuscita a trovare compromessi che tenevano in piedi la “baracca”. Da alcuni mesi le fondamenta vacillano e la storia ce lo insegna: quando si ricorre al complottismo, significa che le altri armi sono in esaurimento.