di Giada Fazzalari
Il cortocircuito di questo Governo è arrivato anche in tema di giustizia. E anzi, la gestione del dossier è il perfetto paradigma del metodo mistificatorio meloniano: all’esordio, le dichiarazioni programmatiche di Nordio (il desaparecido) hanno suscitato interesse e aperture di credito, perché avevano aperto alla possibilità, finalmente, a una riforma della giustizia garantista e liberale. Ma, quasi contemporaneamente, già il decreto rave, passando per il decreto Cutro e non solo, ha evidenziato l’attitudine manganellara e manettara del Governo, personificata dal Ministro dell’Interno, a cui pare mancare solo l’orbace. Da allora, nella imbarazzante e assordante latitanza del Ministro della Giustizia, un susseguirsi di inasprimenti di pene, di briglie sciolte alle forzature poliziesche, di inibizione delle garanzie, ripescate nel menù di questa giustizia a la carte solo quando c’è da accusare di giustizialismo un giudice che non è nemmeno di Berlino, ma di Catania. Contraddizioni continue. Si era capito subito che la giustizia era il campo più scivoloso per questo Governo, per il quale il tema torna sicuramente utile per tenere vicino il popolo a se tradizionalmente affine quando si lanciano strali di rigore, ma che mostra diverse crepe già all’interno della maggioranza, dove non mancano diversità di opinioni e diverse sensibilità, quando si arriva al dunque e la destra ritrova un’inedita sensibilità garantista. E si torna a parlare di interferenza tra poteri dello Stato, da sinistra si vede già l’anticamera dell’eversione. Perché è effettivamente grave che si attacchi la magistratura quanto le sentenze non sono quelle che la politica vorrebbe, allo stesso modo in cui è grave che la magistratura scenda nel ring della politica mandando al macero la bussola della separazione dei poteri. Insomma, il motto di Goebbels “le menzogne ripetute diventano verità” è una delle linee guida segrete del Governo. E il desaparecido resta al suo posto, probabilmente concorde fin dall’inizio. Caro Nordio, ti avevamo creduto.