Occhiuto e l’autonomia differenziata alla bersagliera

di Alessandro Silvestri

Il brusio di sottofondo proveniente da amministratori e parlamentari del Mezzogiorno appartenenti alle fila della maggioranza in questi quasi 2 anni di governo “dei migliori” si sta intensificando di tono, mano a mano che sta prendendo piede la contezza che dal 13 Luglio 2024, è entrata in vigore la legge che sancisce di fatto, il ribaltamento di alcuni principi costituzionali fondamentali; una sorta di brusco risveglio dalle quotidiane lotte per ogni strapuntino o incarico anche di serie Z, che passa il convento. E sì perché si ha il tremendo sospetto che costoro, che amministrano Sicilia, Calabria, Basilicata, Abruzzo e Molise, o siedono numerosi in Parlamento, debbano aver pensato che fosse stato tutto uno scherzo, una specie di commedia dell’arte per tenere buoni soprattutto gli elettori imperterriti della Lega. Ma che poi alla fine si sarebbe arrivati alla conclusione della legislatura sani e salvi. Figuriamoci se l’autore del “porcellum” fosse stato in grado di mettere ancora insieme una nuova legge suiniforme capace di entrare in vigore! Toh e invece qualcuno, mentre stava preparando tutta l’attrezzatura di rito per le sospirate vacanze, leggendo nero su bianco sulla Gazzetta Ufficiale, dove il pescivendolo gli aveva incartato le cozze, deve aver sudato freddo nonostante le temperature di stagione. E così, un po’ come accade nel ciclismo, ad un certo momento il presidente della regione Calabria inforcando la bici “alla bersagliera” guardando di sottecchi il gruppo, sbirciando prima dietro, poi a sinistra, ma soprattutto a destra, e noncurante della presenza o meno del sellino, ha strinto bene i laccetti dei pedali e ha deciso di partire inopinatamente all’attacco della legge appena varata dai suoi! Dal canto suo a Tajani non dev’esser parso il vero, di avere una ulteriore occasione per dare addosso alle Lega e marcare qualche distanza in più dalla Meloni, e dall’ammiraglia ha ribadito a radio corsa che Occhiuto ha fatto bene a scattare, nonostante la sua squadra abbia la maglia rosa, quella azzurra, la ciclamino, la bianca e anche diverse maglie nere, ripristinate per l’occasione del centenario. Il leader di Forza Italia, rifacendo un po’ i conti elettorali e ascoltate le disposizioni degli sponsor (leggi famiglia Berlusconi) si è reso conto che il suo partito ha le maggiori performance specialmente al Meridione, e si è visto costretto in qualche modo, a rimandare i piani per recuperare al Centro-Nord, a data da destinarsi. Rileggendo meglio il dispositivo di legge definitivo, in Forza Italia si devono essere accorti che con la faccenda dei LEP (livelli essenziali delle prestazioni) il già notevole divario tra Nord e Sud del Paese soprattutto a livello di prestazione dei servizi essenziali, si sarebbe divaricato in modo esponenziale. Come se già non lo fosse abbastanza. E così questo governo con una mano impugna il PNRR dicendo di voler colmare le distanze tra le varie aree del Paese, e con l’altra, ribaltando i precetti di Robin Hood, il forbicione da pota. Il risultato “percepito” fino ad oggi, è stato soprattutto quello di un’autonomia sconclusionata. Vediamo quanto riusciranno a reggere e a peggiorare ulteriormente le cose, e quanto riuscirà a reggerli il Paese. Avevano promesso di fare assai meglio dei 5 Stelle, di Draghi e di una generica sinistra (ma anche meglio del governo Conte/Salvini) e invece per adesso, parecchie papere. Anche Matteo Renzi ritornato tonico dopo la partita politici/cantanti, ha cominciato a martellare sull’incudine delle possibili elezioni anticipate, riaprendo i giochi per quelle della Liguria, dove ha annunciato di schierare i suoi col “campo largo” e che questa sarà l’unica opzione praticabile in vista di ogni altra elezione, di qualsiasi ordine e grado. Il punto di non ritorno saranno certo i referendum già ai nastri di partenza, su premierato e (appunto) su autonomia differenziata, due bucce di banana in agguato per la Meloni. Che non ne sta azzeccando più una a partire dalle vicende europee e dalla rielezione della Von der Leyen. Ma non è detto che saranno gli esiti referendari a far traballare il Governo, visto anche che entro la fine dell’anno si voterà in 3 regioni e l’anno prossimo in 5. Per adesso ci corre l’obbligo di segnalare i malumori dei sindaci e degli amministratori del destra-centro al di sotto del Garigliano, capeggiati da quel gregario ribelle di Roberto Occhiuto che ha già mandato a dire ai capitani che se si fa il referendum “perdiamo 90 a 10”. Possibile che la classe politica al comando di questo Paese, sia in grado soltanto di proposte tanto bizzarre quanto dannose? Non era meglio continuare sulla via dell’accorpamento dei Comuni e delle Regioni? Anche perché l’autonomia differenziata per il Sud del Paese, esiste già fin dai tempi dell’Unità d’Italia. Ma la storia come sappiamo, e come amavano ripetere due personaggi tanto diversi quanto dotati di raffinato acume, Antonio Gramsci e Indro Montanelli: “è maestra ma ha pochi scolari”.

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