di Enzo Maraio
Un successo inizialmente inaspettato, che rafforza la voglia democratica di partecipazione dei cittadini, che sui diritti sociali non mancano nel voler dire la loro. Una ulteriore dimostrazione, ancora una volta, che il Paese reale su questi temi è molto più avanti della politica. È molto più avanti di questo governo. Il risultato della raccolta di 500mila firme in venti giorni, è un segnale importante, straordinario; sapevamo quanto fosse impegnativa la mobilitazione alla quale eravamo chiamati quando con Riccardo Magi e +Europa abbiamo promosso il referendum. Questo traguardo segna anche uno smacco per coloro che, nei mesi scorsi, si erano dichiarati disponibili ad una apertura sullo ius scholae, occupando su questo tema per giorni le pagine dei giornali, salvo poi cimentarsi in una vergognosa retromarcia. Un altro punto portato a casa, dopo quello sul referendum per l’abolizione della legge sull’autonomia differenziata. In quel caso, il fronte dei promotori e sostenitori, molto più ampio, non ha mai fatto temere il raggiungimento del risultato, che si attesta ben oltre le aspettative. Su questo altrettanto importante tema stiamo lavorando affinché Calderoli non passi alla storia come il Ministro delle due porcate: una, per sua stessa ammissione, fu quella della pessima legge elettorale che produsse; la seconda, lo suggeriamo noi, su questa autonomia differenziata che spacca il Paese, che va fermata e lo faremo attraverso il referendum. Anche in questo caso, una raccolta di firme a sostegno del referendum che ha visto la partecipazione in massa dei cittadini, del nord come del sud del Paese. Questioni importanti e sentite sulle quali il governo dovrebbe, anticipando la consultazione, dare risposte concrete e non utilizzare invece, come fa, la via della strumentalizzazione, canale operativo preferenziale di alcune forze della maggioranza. I referendum sono un grande strumento di partecipazione ma la prova del nove arriverà nella prossima primavera quando ad esprimersi saranno chiamati i cittadini. Sono anche un mezzo attraverso il quale le forze politiche possono trovare punti di unità che facilitino quel percorso di condivisione che si è avviato, anche con gli altri corpi intermedi e le forze sociali del Paese. È successo con l’autonomia differenziata dove sin dall’inizio si sono fatti promotori tutti i partiti del centrosinistra, i sindacati e l’associazionismo laico e cattolico. L’alternativa politica a questo Governo passa anche da qui.