Medio Oriente: una forza multinazionale per la pace

di Redazione

Da una parte la Spagna che rivendica il ruolo di mediazione sul conflitto mediorientale, dall’altra parte l’appello del Papa e la voce della CEI per la pace in Ucraina. In entrambi i casi c’è un’assenza preoccupante dell’Italia e dell’Europa. Con queste parole, Gaetano Amatruda, giornalista e scrittore, apre il confronto alla festa dell’Avanti! sui conflitti in Ucraina e in Medio Oriente. “Abbiamo criticato le istituzioni europee che oggi hanno portato a rendere irrilevante l’Europa sulle grandi scelte geopolitiche. Stati Uniti d’Europa – la lista Iv, Psi, +Europa – era nata proprio per rafforzare l’Europa per come l’abbiamo conosciuta”- ha detto Raffaella Paita, coordinatrice di IV. “Il governo italiano si dichiara filo-occidentale, mentre Meloni è alleata con partiti antieuropeisti e filo-putiniani: questa ambiguità indebolisce il nostro Paese”. Per Luigi Iorio, coordinatore del Psi, “ogni conflitto ha le sue cause e i suoi effetti. A partire dall’idea di Putin di fare la Grande Russia. C’è una cosa su cui non possiamo avere dubbi: l’Ucraina è un Paese invaso, non la pensiamo come chi su questo tema anche a sinistra è ambiguo”. Iorio ha proseguito: “Il popolo israeliano non è Netanyahu, il popolo palestinese, che merita uno Stato, non è Hamas”. Giulio Di Donato ha sottolineato come con Craxi “il nostro Paese ha sempre avuto un ruolo protagonista nella politica internazionale. Craxi aveva una grande considerazione del mondo arabo, senza rinunciare alla vicinanza al popolo di Israele. Abbiamo avuto un rapporto di alleanza con gli Usa ma mai di subalternità. Ora abbiamo perso la nostra capacità di incidere nella politica estera”- ha aggiunto. Per Bobo Craxi, “fondamentali sono il rispetto delle libertà e dei diritti di autodeterminazione. Vale pretendere il diritto l’esistenza e alla sicurezza di Israele come il diritto dei palestinesi ad avere una patria propria” – ha detto. “Il dibattito politico non può cimentarsi in un’eterna diatriba sulla responsabilità dei fatti accaduti a partire dal 7 ottobre, data che non scorderemo facilmente, e che tuttavia rappresenta una delle tappe drammatiche di un conflitto che si è trascinato per oltre mezzo secolo. Il 7 ottobre vi fu un massacro esecrabile al quale sono seguite una serie di esecrabili esecuzioni disumane dirette contro la popolazione civile palestinese privata degli elementi indispensabili alla sopravvivenza, un tetto, del cibo e dell’acqua. Indispensabile è agire ed evitare di sconfinare in un dibattito che ha prodotto un antisemitismo di ritorno ed un antiislamismo conclamato in tutto l’Occidente”. E la proposta: “Serve un impegno multilaterale internazionale per un intervento di carattere militare di interposizione che coinvolga le potenze internazionali, che svolgano un precipuo ruolo di difesa delle popolazioni, di pace e di spinta politica per ottenere una tregua solida ed una pace duratura”.

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