Liberiamo la Rai ostaggio del governo

di Andrea Follini

Non possiamo certo negare che la Rai non sia stata da sempre posta sotto una forte influenza del governo di turno. Oggi però questa influenza pare più invadente. Lo abbiamo visto nelle recenti vicende che hanno coinvolto l’ormai ex ministro Sangiuliano, piuttosto che, nella scorsa primavera, nella censura al monologo di Scurati. Adesso bisogna mettere in conto anche le tensioni che pervadono i partiti della maggioranza. I vertici Rai sono scaduti da più di due mesi e la destra litiga sulle nomine, bloccando di fatto l’avvio di una nuova governance aziendale. A questo si deve aggiungere la scarsa chiarezza circa il finanziamento del servizio pubblico per i prossimi anni, cosa che non consente affatto la scrittura di un piano aziendale coerente. Di questo si è dibattuto durante la Festa dell’Avanti! nel corso dell’approfondimento “Rai: il servizio pubblico è a rischio?”. E la risposta al quesito posto è risultata affermativa, nel sentire comune degli intervenuti al dibattito. In apertura Gerardo Labellarte, della segreteria del Psi, ha auspicato che si ritrovi l’unità nel centro sinistra che porti ad un nuovo governo in grado di aprire una stagione di utili riforme anche nel delicato settore del servizio pubblico. Maria Elena Boschi, vice presidente della Commissione parlamentare di Vigilanza dei servizi radiotelevisivi, nel condividere la necessità di una rivalutazione della riforma varata dal governo Renzi, ha messo in guardia non solo sull’influenza esercitata sull’informanzione Rai, ma anche nei programmi di intrattenimento, dove vengono comunque veicolati i messaggi cari al governo. Sandro Ruotolo, responsabile informazione del Pd ed europarlamentare, ha indicato come non vada sottovalutata l’ingerenza del governo Meloni nell’informazione, ricordando che nel passato le storiche lottizzazioni della Rai non ne hanno comunque mai minato la garanzia di pluralismo. Lo scorso marzo il Parlamento europeo ha dato il via all’European Media Freedom Act, una legge per la libertà dei sistemi di informazione, provvedimento che prevede l’armonizzazione delle regole a livello Ue. Per non ritrovarsi con l’apertura di una procedura d’infrazione, l’Italia deve velocizzare l’approvazione di una specifica legge a riguardo, come ha indicato nel corso del dibattito moderato dal giornalista Rai Gianpietro Marrazzo, Vittorio Di Trapani, presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana. Di Trapani ha inoltre evidenziato come la Rai sia ostaggio di questa maggioranza, auspicando una sollevazione delle forze democratiche del Paese per creare una sorta di “comitato di liberazione del servizio pubblico”. Dalla Festa del nostro giornale è arrivato anche il sostegno e la condivisione all’appello lanciato dalla FNSI al sindacato dei giornalisti italiani ed al sindacato europeo dei giornalisti perché finalmente si consenta ai giornalisti occidentali di entrare a Gaza e di poter quindi informare su quanto sta succedendo in quella terra martoriata. Ricordando che sono oltre cento i giornalisti uccisi nella Striscia in questo conflitto.

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