di Enzo Maraio
Prima o poi i fatti supereranno la propaganda. E tocca attrezzarsi. Il Governo non ha messo in campo misure concrete per il lavoro, non è intervenuto sulla tassazione di imprese e famiglie, sulla immigrazione e sulla sicurezza si va avanti per spot. Tutte questioni che toccano la quotidianità degli italiani, come il costo della vita schizzato verso l’alto ed i salari che, quando va bene, sono fermi su parametri oramai non più sopportabili. Sul caso di Almasri il governo presenta contraddizioni evidenti; su quello Santanchè una doppia morale. La politica estera è genuflessione ai potenti e non strategia di crescita per l’Italia e l’Europa. I nodi arriveranno al pettine. In questo quadro è giunto il momento che il centrosinistra pensi al domani, alle prossime elezioni politiche, senza tuttavia mancare di porre sul tavolo della discussione anche soluzioni strutturali che impegnino positivamente il Paese per il futuro. E lo faccia da subito, per non ripetere gli errori commessi nel passato. Lavorare sull’unità è sicuramente un punto di partenza fondamentale. E lo stupore sta nel doverlo ricordare. Ricordare a quanti dimenticano i disastri delle Regioni nelle quali siamo andati divisi; ricordare a quanti immaginano e teorizzano, ancora in questi giorni, le divisioni come proposta politica. Bisogna da subito pensare, e dunque lavorare, a un fronte ampio e forte delle forze progressiste, riformiste e moderate. È del resto quello che ci chiede il popolo della sinistra. Il ‘testardamente unitari’ di Elly Schlein ci convince. Ci convince se si parte dai temi, come abbiamo fatto sull’autonomia e sul salario minimo, sulla sanità. Ci convince se vince il ragionamento sulle cose da fare e non la logica dei veti. Immaginiamo, da socialisti e coerenti con la nostra storia, un fronte aperto al mondo cattolico che per natura ha difficoltà a riconoscersi, nonostante l’ostentazione dei crocefissi, nelle posizioni sull’immigrazione di Salvini, con i silenzi della Meloni sulla pena di morte dell’amico Trump. Immaginiamo una sinistra dei doveri che viaggi con quella dei diritti, una sinistra a più voci che sappia parlare di lavoro, senza subire diktat, di sicurezza, di rispetto per le donne e uomini in divisa. Un progetto socialista e riformista che rafforzi, senza scontri, la sinistra che è già in campo.