La settimana corta: una battaglia socialista

di Orlando Rinaldi, segretario provinciale Psi Varese

La settimana corta, ovvero lavorare da lunedì a giovedì, a parità di stipendio, in quei settori dove ciò è possibile, potrebbe costituire una battaglia caratterizzante del Partito Socialista Italiano. Il Psi si è sempre distinto in battaglie di innovazione, di giustizia sociale; le otto ore, il voto per le donne, l’istruzione libera e gratuita per tutti, la sanità universale, solo per citare degli esempi. La settimana corta, oltre a consentire di ampliare la platea degli occupati, consentirebbe ai lavoratori di avere più tempo per la famiglia, per i propri anziani da curare, più tempo da dedicare al volontariato ed all’associazionismo. Andare a coprire spazi si socialità dove lo Stato, col suo welfare e con le risorse economiche carenti, non è più in grado di assicurare. Immaginiamo quindi un mondo dove il venerdì è il nuovo sabato, dove il weekend inizia un giorno prima e la vita lavorativa si adatta alle esigenze personali e sociali. La proposta della “settimana corta” è un tema che sta guadagnando sempre più attenzione e non solo per i benefici individuali, ma anche per le potenzialità di trasformazione sociale. Qualche esempio virtuoso nel nostro Paese, lasciato più che altro alla disponibilità di qualche imprenditore illuminato, si è già attuato. Così come da qualche giorno si parla di settimana corta anche nel nostro Esercito, in quei ruoli che lo possono consentire, da considerarsi non per il singolo militare, quindi, bensì per interi reparti o unità organizzative. Dal punto di vista economico, la settimana corta potrebbe stimolare l’innovazione nei luoghi di lavoro. Le aziende sarebbero incentivate a ottimizzare i processi e migliorare l’efficienza, riducendo le ore lavorative senza compromettere la produttività. Questo potrebbe portare ad un ambiente di lavoro più dinamico e creativo, dove il benessere dei dipendenti è visto come un valore aggiunto. Naturalmente, l’implementazione di una settimana lavorativa più breve non è priva di sfide. È necessario un cambiamento culturale e organizzativo significativo, e non tutti i settori potrebbero adattarsi facilmente a questo modello. Tuttavia, le esperienze di altri Paesi che hanno sperimentato la settimana corta mostrano che, con una pianificazione adeguata, i benefici possono superare di gran lunga le difficoltà iniziali. La settimana corta rappresenta una visione di futuro più equilibrato, dove il lavoro non domina la nostra esistenza, ma si integra armoniosamente con le nostre vite personali e sociali. È un passo verso una società che valorizza il tempo come risorsa fondamentale, promuovendo un benessere diffuso che va oltre la semplice produttività economica. Per tutti questi motivi riteniamo che quella sulla settimana corta sia una battaglia da sostenere, in quanto rappresenta un tema reale di giustizia sociale, sulla quale il nostro Partito non può che essere protagonista.

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