La lista socialista competitiva per la vittoria del centrosinistra

di Francesco Bragagni

Le elezioni regionali di domenica e lunedì in Emilia-Romagna rappresentano un passaggio fondamentale non solo per la sinistra riformista locale ma anche per quella nazionale. Si tratta di elezioni anticipate, a seguito delle dimissioni di Stefano Bonaccini, eletto parlamentare europeo, che si tengono a novembre come dieci anni fa, quando l’affluenza nelle regionali del 23 novembre 2014, anch’esse anticipate per le dimissioni del Presidente, vide un record negativo. Record non solo se parametrato alla nostra Regione, da sempre una delle più alte nei numeri della partecipazione al voto, ma anche confrontato con tutti i dati nazionali della storia repubblicana. Andò a votare infatti il 37,7% degli aventi diritto al voto, non si recarono alle urne quindi quasi 2 milioni e 200mila elettori. Perché si cita questo dato? Eppure nelle elezioni successive, nel gennaio 2020, l’affluenza al voto fu del 67,7%, andò a votare cioè un milione di cittadini in più. Si cita perché tanti elementi fanno ripensare ad un’affluenza bassa: le persone raggiunte dai candidati socialisti nei mercati cittadini, nei banchetti in piazza, nei bar, spesso con stupore affermavano di non sapere che si tenevano elezioni. E non dimentichiamo il grande effetto di delusione e disillusione che hanno avuto sugli emiliano-romagnoli le alluvioni succedutesi nell’ultimo anno e mezzo, da quella storica nella sua devastazione del maggio 2023, a quella comunque estremamente dolorosa di un mese fa, entrambe vergognosamente cavalcate dal Governo Meloni per evidenziare le responsabilità della Regione, mentre contemporaneamente venivano negati o erogati con estremo ritardo i fondi per la ricostruzione. Da considerare poi la estrema frequenza con cui gli elettori vengono chiamati al voto (due volte in cinque mesi) e la scarsa informazione, anche da parte degli organi istituzionali preposti. Avendo bene a mente tutte queste circostanze, lo sforzo del Psi si è riversato nel creare una lista particolarmente competitiva e attrattiva, dal nome bello e impegnativo: Riformisti per Emilia-Romagna Futura. Una lista che vede la partecipazione di quattro partiti, unendo i migliori filoni del riformismo, dalla tradizione laico-socialista a quella repubblicana ed azionista, europeista e radicale. Una lista coerente con l’operato degli ultimi anni: con due dei tre alleati odierni il Psi era già insieme alle precedenti Elezioni Regionali, e anche alle Europee di giugno, benché ci siano state divisioni che hanno impedito di eleggere rappresentanti socialisti, vi era stato il tentativo di aggregare un’area tradizionalmente vicina. Tra i cinquanta candidati in campo per Emilia-Romagna Futura, i quattordici candidati socialisti, otto donne e sei uomini, schierati in tutte le province, hanno rivestito un ruolo importante in questa campagna. Candidati affidabili e competenti, rappresentativi dei territori, generosi e coesi, hanno incarnato il progetto di unità dei riformisti, perseguito con fatica superando personalismi e veti e concretizzato in tempo per questa campagna elettorale. Il loro impegno e la loro dedizione, unitamente alla capacità di ascolto delle persone, è stata accompagnata da una chiarezza ed incisività nell’esposizione del programma. Il tema sicuramente più dibattuto in questa campagna elettorale è stato quello della sanità pubblica: il modello emiliano-romagnolo è sicuramente uno dei migliori a livello nazionale, ma l’allungamento delle liste d’attesa, i pronto soccorso congestionati e la scarsità di personale medico-sanitario possono determinare gravi diseguaglianze sociali. La privatizzazione della sanità sul modello lombardo è tristemente dietro l’angolo: per questo occorre rafforzare con investimenti ingenti la medicina territoriale e di prossimità. Ma sono stati tanti i temi di una campagna elettorale fatta tra le persone: il diritto alla casa, in particolare per i giovani, la lotta al dissesto idrogeologico, un sistema dei trasporti più efficiente, la tutela delle aree interne. Il Psi dell’Emilia-Romagna confida perciò che la lista “Riformisti per Emilia-Romagna Futura” raggiunga un buon risultato e che l’area riformista possa consolidarsi nel futuro, non solo a livello regionale.

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