La figuraccia di Meloni e il mesto addio ai “fondamentali”

di Nautilus

L’onorevole Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio dei Ministri di un Paese del G7, ha concluso la kermesse del suo partito, l’ormai celebre Atreju, attaccando tutto e tutti. Ognuno ha il suo stile ed è diritto di Meloni disprezzare tutti coloro che non la condividono o che la attaccano. Ha potuto farlo con notevole piglio, anche perché la Presidente del Consiglio ha la “fortuna” di essere rimbeccata anche su questioni irrilevanti e quindi, quando la combina grossa, tutto finisce in cavalleria, secondo la regola antica: se urli sempre “al lupo al lupo”, quando il lupo arriva, nessuno se ne accorge. È accaduto quando Meloni si è presentata in Senato e, affrontando il tema del Mes, si è messa ad inveire contro un suo predecessore, Giuseppe Conte, accusandolo di avere nascosto al Parlamento la decisione del Governo di aderire in via preventiva al Mes. La Presidente, mentre accusava, urlava e gesticolava nella certezza di dire il vero e ha concluso il suo “numero” sventolando un fax dell’allora ministro degli Esteri, invio che avrebbe dovuto confermare come quell’esecutivo si fosse mosso “col favore delle tenebre”, rifilando “un pacco” agli italiani. Un linguaggio greve, aggravato – non poco – dal fatto che quelle accuse erano tutte infondate. Colpa dello staff che aveva passato a Meloni un dossier totalmente fallato? Interessa poco: in altri tempi un infortunio del genere sarebbe costato carissimo ad un Presidente del Consiglio protagonista di una sceneggiata così sguaiata. L’ex premier Conte, dopo averci pensato due giorni, ha chiesto un giurì d’onore ma Tg e giornali hanno continuato a dare spazio alle opposte versioni, abdicando al proprio ruolo professionale. Nessuno ha dedicato al caso un affilato commento. Segno di tempi infelici per un mondo politico-mediatico che non riconosce più i “fondamentali”. Difficile immaginarsi un De Gasperi, un Nenni, un Berlinguer, un Moro, un Craxi ma anche un Gentiloni, che con quella veemenza, inveiscono, dicendo bugie e poi tornano a frequentare il Parlamento come se nulla fosse. Più che difficile, è impossibile immaginarlo. Per la semplice ragione che non è mai accaduto.

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