Intervista a Laura Fincato: «Italia e Cina un rapporto culturale millenario. Sull’Ucraina nessun appoggio politico-militare alla Russia»

Intervista di Andrea Follini

Per i suoi speciali rapporti con la Cina e per la capacità di rinsaldare i legami tra Venezia e la Repubblica Popolare, nel 2013 le è stata conferita la cittadinanza onoraria di Suzhou. Vicentina di nascita e veneziana d’adozione Laura Fincato a Venezia è stata assessore alla pianificazione strategica, all’ambiente ed ai lavori pubblici con la giunta Cacciari. Ma lunga è stata la sua esperienza politica e parlamentare: deputato socialista dal 1983 al 1994 (poi ancora alla Camera nel 2006), ha ricoperto ruoli di governo come sottosegretario di Stato alla Pubblica istruzione dal 1989 al 1992 ed agli Affari Esteri dal 1993 al 1994. È stata Presidente delegata del Comitato ExpoVenezia guidando la realizzazione del padiglione veneziano all’Expo 2010 di Shanghai.

 

Il recente viaggio della Presidente Meloni in Cina ha sancito nuovamente il particolare legame tra i due Paesi, dopo l’apparente battuta d’arresto di inizio anno con il mancato rinnovo del memorandum sulla Nuova via della Seta.

«L’accordo noto come “la nuova via della Seta” siglato dall’allora governo Conte era un atto politico poco meditato e gran poco discusso, ma soprattutto ricco di annunci di buona volontà più che di contenuti. E va riconosciuto che troppo spesso il nostro Paese ha firmato memorandum salvo poi non dare seguito a realizzazioni; accordi generali senza concretezze che hanno più danneggiato che giovato. E aggiungo che annunciare la disdetta di questo accordo ha certamente provocato un risentimento da parte cinese anche perché – e non è di poco conto – quell’accordo era stato siglato dal Presidente Xi Jinping durante la sua visita di Stato. Chi conosce il mondo cinese può convenire con me che a questo opinabile comportamento italiano, la parte cinese ha risposto con moderazione e savoir faire. La diplomazia dei due Paesi ha ben lavorato nel corso di questi mesi, dopo l’annuncio solo in parte atteso per recuperare un rapporto di reciproca utilità. La visita della Presidente ha concluso questa fase di riconciliazione e ne ha aperto una di più certa collaborazione concreta. »

Meloni sceglie la strada della sottoscrizione di un patto economico triennale, slegato dai rapporti dell’Italia con l’Ue. Una scelta di autonomia che potrebbe nuocere ai rapporti internazionali del nostro Paese?

«Già Berlusconi operò privilegiando il versante economico rispetto a quello politico, certo in una epoca differente, quando la Cina non era la superpotenza mondiale che è oggi e penso che con questo rivisitato pragmatismo il Governo Meloni si attiene al quadro di alleanze e di relazioni in continuità con la politica di centrodestra. Credo che la modalità rivisitata ma sostanzialmente ripetuta dalla Presidente Meloni con questo accordo strategico sia utile ad entrambi i Paesi, sicuramente attenti al concreto versante geopolitico ed economico attuale più che alle dichiarazioni di principio. Vorrei ricordare che il Presidente francese Macron recentemente si è recato a Pechino con cento imprenditori a siglare accordi economici importanti…senza chiedere opinioni europee e senza che nessuno in Europa abbia alzato la voce. Bene ha fatto dunque Meloni a sottolineare la rinnovata amicizia tra Italia e Cina senza attendere via libera e gradimenti da parte di altri Paesi. Condivido dunque questa “operazione recupero” che Meloni ha proposto alla Cina e sono convinta che la parte cinese abbia apprezzato e sia pronta alla reale collaborazione, con quel pragmatismo riconoscibile in tutta la gestione cinese. Se l’Italia ha bisogno della Cina anche la Cina è interessata a sviluppare concretamente rapporti con noi».

Quasi nessuno degli industriali italiani al seguito della delegazione di governo. Un segnale questo?

«Delegazioni di soliti noti, grandi gruppi industriali e poca piccola e media industria hanno da sempre accompagnato come seguito le visite – aerei carichi di imprenditori più attenti ai loro fatturati che agli interessi generali. Bene ha fatto la Presidente a disegnare a Pechino un accordo di Partenariato Strategico: questo spetta alla politica mentre poi le realtà economiche, in forza degli impegni generali, potranno riempire di contenuti, di attività, di partnership quel disegno realizzando reali progetti. Se questa “solitudine” deve essere interpretata, volentieri dico che l’apprezzo come serietà di rappresentare tutto il sistema economico produttivo italiano alla parte cinese che sarà in grado di realizzare progetti di collaborazione nel rispetto delle regole da entrambe le parti sottoscritte: gli incontri con i leaders cinesi, preparati con cura dalla rete diplomatica, sono stati molteplici ed ispirati, da entrambe le parti, alla concretezza e al rispetto.»

Meloni, durante l’incontro con Xi, è intervenuta anche sui rapporti cinesi con Mosca. Un affondo azzardato?

«Le posizioni politiche, la collocazione e le alleanze del Governo Meloni sono note alla Cina come a noi sono note le loro relazioni con altri Paesi, certo anche con la Russia che Italia ed Europa condannano per l’aggressione all’Ucraina. La Cina ha dichiarato in varie sedi internazionali e nei colloqui bilaterali che non sta offrendo appoggio logistico-militare alla Russia ed ha ripetuto la propria visione di relazione durante gli incontri tutti improntati, da entrambe le parti, alla chiarezza. Quindi senza ambiguità e a dimostrazione di autonomia, Meloni ha rappresentato, nel corso dei confronti politici, la netta posizione italiana: credo sia stata capita.»

I rapporti culturali tra Italia e Cina sono sempre stati assai fiorenti. Si ricordano ancora a Venezia i tempi delle grandi mostre in Palazzo Ducale, visitate da turisti di tutto il mondo. Quest’anno si ricordano i 700 anni dalla morte di Marco Polo; sarà un anno ricco di eventi?

«700 anni fa, l’8 gennaio del 1324, moriva a Venezia il grande Marco Polo, che da lì partì giovanissimo, percorse territori vastissimi e poco conosciuti con il padre e con lo zio, arrivò alla corte del Khan e visse in quella che era la Cina di allora per 17 anni, governando città e regioni. Fece ritorno da uomo maturo nella sua città, si sposò ed ebbe figlie, armò una galea contro i Genovesi, che lo fecero prigioniero. Fu durante la prigionia che dettò il suo libro di conoscenze e storie vissute, il primo racconto di viaggi ed imprese che fece conoscere al mondo la Cina. In Cina il nome di Marco Polo è conosciuto, la sua storia viene insegnata ai bambini. Venezia lo celebra con numerose manifestazioni, occasioni di cultura e di diffusione delle sue azioni come ispiratrici di attività e di nuova amicizia. È nato quest’anno un Comitato Nazionale per celebrare Marco Polo: il Sindaco ne è presidente, la Rettrice di Ca’ Foscari la responsabile scientifica ed io mi onoro di farne parte come veneziana e come cittadina onoraria della città di Suzhou, che da Marco Polo fu governata ed è descritta ne Il Milione, ed è gemellata con Venezia dal 1980. Il lavoro del Comitato che il MIC ha approvato ed in parte finanziato per alcune iniziative, durerà 3 anni. Abbiamo, proprio all’apertura del primo anno poliano, realizzato una mostra di tessuti ed abiti di seta a Palazzo Mocenigo grazie alla collaborazione tra MUVE e Museo della Seta di Suzhou, con una esibizione Hanfu in Piazza San Marco il 13 febbraio. Molti altri programmi culturali sono in atto: la grande Mostra a Palazzo Ducale fino a settembre, le mostre a Pechino e a Shanghai…tante iniziative che dimostrano la capacità di confronto e di dialogo tra le nostre millenarie culture »

A fine d’anno sarà in Cina il Presidente Mattarella, altra tappa importante nel percorso di scambi economico/culturali tra i due Paesi.

«Attesissima visita quella del Presidente Mattarella, nel segno della profonda stima verso di lui e verso l’Italia sarà una importante occasione di approfondimenti, di dialogo e di conferma della volontà di collaborazione, nel rispetto delle identità e delle differenze che possono farsi valore. Sono stata sotto- segretario alla Pubblica Istruzione quando il Presidente Mattarella ne fu ministro ed è per me una speranza quella di potergli far conoscere prima della sua visita novembrina, il programma che tutto il Comitato nazionale sta realizzando a Venezia. Il Presidente Mattarella ha nel Presidente Xi Jinping un estimatore ed il Presidente cinese, aprendo i giochi asiatici ad Hangzhou, ha citato Marco Polo. Ecco dunque che il grande Veneziano ancora una volta, grazie alle celebrazioni, sarà ponte di amicizia!»

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