In piazza contro lo spacca-Italia di Meloni, Prove di unità nel centrosinistra

di Daniele Unfer

Una richiesta di unità. Quella che la piazza ha gridato nel corso della manifestazione organizzata dalle opposizioni in Piazza Santi Apostoli. Una piazza gremita dove si è svolta martedì scorso la manifestazione unitaria del centrosinistra contro le riforme: premierato e autonomia. I manifestanti sventolano bandiere dei partiti e il tricolore, al grido di “unità, unità”. Un’unità quasi completa. Le assenza ci sono: Italia Viva a Azione non hanno aderito. La piazza è piena, stracolma. Una piazza contro lo spacca Italia. Contro la visione autoritaria della destra. Una piazza che ha manifestato contro il ddl Calderoli in discussione al Senato per il primo dei quattro passaggi parlamentari necessari per approvare quella che viene definita una vera e propria controriforma della Costituzione, con effetti recessivi sulla vita delle persone e che potrebbe, se approvata, togliere risorse a tutto ciò che è pubblico, a partire dalla scuola dalla sanità dai trasporti. Una piazza contro l’attacco ai diritti dei cittadini che non avranno più lo stesso livello di tutela. Insomma la piazza c’è, il campo largo pure, ma potrebbe essere più largo. Una piazza enorme, stracolma, la ha definita il segretario socialista Enzo Maraio intervenendo dal palco. “Grazie a ognuno di voi. Da questa piazza si passa. Si passa oggi e quando metteremo in minoranza questo governo. Dobbiamo recuperare anche chi è assente oggi”. Il riferimento è a Renzi e Calenda. “L’obiettivo è quello di sconfiggere questa destra dai tratti illiberali. Una destra che vuole stabilire chi comanda per cambiare a piacere il Paese. Un’Italia moderna e civile costruita con tante battaglie di libertà e che noi dobbiamo difendere”. Maraio ha poi insistito sul quella che definisce la secessione dei ricchi. “Si tenta di dividere gli ultimi, i deboli, i poveri e le persone che sono in difficoltà. Sono 2 milioni e mezzo i cittadini che rinunciano alle cure perché non possono ricorrere alla sanità privata. La sanità deve essere gratuita per tutti”. “Da qui – ha detto ancora – diciamo No alla regionalizzazione. Ci batteremo invece per il lavoro e la dignità di tutti. La rissa in  Parlamento di qualche giorno fa ci ha resi ridicoli davanti al mondo, ma ci ricorda anche che oggi sono passati 100 anni dall’assassinio di Giacomo Matteotti. Cara Giorgia – ha concluso Maraio – noi abbiamo alle spalle una storia gloriosa e un passato di conquiste sociali e civili e ne siamo orgogliosi. Cara Giorgia, oggi state facendo rivivere in un clima vergognoso un passato di cui vergognarvi, tocca a te spegnere la fiamma nel simbolo e a noi accendere la speranza di un’Italia libera, democratica e antifascista”. Santissimi Apostoli è stata la piazza delle vittorie dell’Ulivo. Il centrosinistra vi si ritrova per manifestare. Non è un caso: Pd, M5s, Avs, + Europa e Socialisti. Sul palco si alternano i leader dei partiti: Elly Schlein, Enzo Maraio, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni, Angelo Bonelli, Riccardo Magi. Una manifestazione ampia per un No alle riforme della destra da fare sentire alto e forte. La parola referendum si è sentita più volte tra gli applausi per dimostrare che esiste un’altra Italia che si dice contraria all’idea distorta delle riforme che vogliono Meloni e Salvini. È vero che l’Italia ha bisogno di riforme. Ma non ha bisogno del premierato, che esautora il ruolo del presidente della Repubblica e quello del Parlamento. Invece la destra vuole un presidente della Repubblica senza ruolo e un Parlamento succube ridotto a passacarte del premier di turno. Tanti i presenti. Tantissimi. Tant’è che neanche gli organizzatori immaginavano una partecipazione così alta. Lo spazio non bastava. La piazza non conteneva tutti. Una festa di bandiere di colori. Di speranza.

 

 

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