IL VENTO SOCIALISTA

di Giada Fazzalari

Il Paese aveva bisogno di un vento nuovo che è tornato a soffiare. Con le elezioni amministrative della scorsa settimana – benché da molte parti si cerchi di confinarle a voto locale, dunque non politicamente rilevante – i cittadini hanno dato un segnale chiaro: la narrazione della destra obiettivamente grossolana, di un centrosinistra litigioso e inconcludente, non funziona più. Perché quando il campo progressista si compatta sulle molte cose che lo uniscono piuttosto che sulle cose che lo dividono e lo logorano, riesce a vincere, avviando la stagione della rimonta. Nelle file del governo si fa fatica a trovare il lato positivo di questa tornata elettorale, in cui non c’è stata nessuna significativa vittoria nei 126 comuni chiamati al voto. E si guarda, da Chigi, con un certo pessimismo alle regionali d’autunno, quando gli elettori di Puglia, Campania, Marche, Toscana, Valle d’Aosta e Veneto potrebbero dare una spallata definitiva alla gestione Meloni del governo del Paese. Un effetto domino che potrebbe consegnare un 4 a 1 che rimescolerebbe le carte. Meloni non ha incassato granché dal suo ruolo internazionale, Salvini dal suo finto pacifismo filo-Putin, Tajani dal discutibile invito all’astensione al referendum dell’8 e 9 giugno. Da tempo è più di un sospetto che gli elettori non votino più per una proposta politica ma per reazione delusa contro quella in cui avevano creduto alle elezioni precedenti. In quest’ottica, i risultati delle votazioni di domenica sono certamente un bel campanello d’allarme per Meloni e alleati. Il centrosinistra però non si limita a lucrare il logoramento della maggioranza, riuscendo a mettere in campo candidati come la Salis a Genova, così credibile da far superare le oggettive contraddizioni del cosiddetto campo largo. Ma in uno scenario così condizionato dal voto contro, c’è un partito i cui candidati non si possono votare per reazione: un voto socialista è un voto scelto, voluto, deciso. È successo in Calabria – da Rende a Paola passando per Cetraro – è successo in alcuni comuni del Lazio, della Puglia e delle Marche. È la dimostrazione non solo di un voto convinto, ma di un lavoro serio e costante di buon governo dei territori. E di un nuovo vento, che soffia ancora, che viene da lontano, attraversa i secoli e non si arresta. È il vento del socialismo italiano.

Ti potrebbero interessare