di Daniele Unfer
Una sala piena di storia e di futuro, quella della sala stampa della Camera dove è stata presentata, mercoledì scorso, la tessera del partito socialista del 2025 dedicata a Bettino Craxi nel 25esimo anniversario della sua scomparsa. Tante le presenze: oltre al segretario del Psi, Enzo Maraio, che ha presieduto la conferenza stampa, Bobo Craxi, arrivato con un garofano rosso nel taschino della giacca, Claudio Martelli, Claudio Signorile, Giulio Di Donato, Gerardo Labellarte, Felice Iossa, Alberto Tedesco, il tesoriere Marco Strada e altri dirigenti e compagni del partito. È proprio Maraio ad aprire la conferenza stampa: «Il tentativo della destra di appropriarsi di Craxi non è solo strumentale e fantasioso, ma antistorico – esordisce -. Ma attenzione: la destra occupa uno spazio che la sinistra ‘progressista’ si ostina a voler lasciare colpevolmente vuoto. Un paradosso bello e buono. Se ci fosse una rivendicazione chiara, della sinistra, un pantheon chiaro, un riconoscimento chiaro, questo tentativo sarebbe risultato vano». E ancora: «Craxi, le sue idee e la sua storia appartengono alla sinistra socialista. Dopo 25 anni possiamo dire che i tempi sono maturi per sostenere che l’Italia fu ingiusta con lui e con il suo partito, la magistratura miope, i giudizi troppo feroci – ha aggiunto – Chiederemo alle forze politiche di tutto il centrosinistra, a partire dal Pd, di misurarsi sui fatti partendo dalle riflessioni comuni sulla politica estera e sull’europeismo di Craxi. La politica estera è una cosa seria. Non è un invito a cena o una simpatia personale come la intende il Governo Meloni. Craxi costruiva un’idea di Italia, difendeva l’autonomia del Paese con la centralità dell’Italia nel Mediterraneo lavorava per un’Europa più forte. E otteneva rispetto per il Paese. Su questo la sinistra italiana è stata distratta in questi anni. È il tempo di cambiare registro collocando Bettino Craxi dove deve stare, tra i più grandi e importanti protagonisti della sinistra italiana ed europea. La presidenza di Craxi – ha aggiunto il segretario socialista – non calpestava la Costituzione; a chi si innamora di elezioni dirette lanciamo un guanto di sfida culturale e storico. Da Craxi in poi abbiano avuto una degenerazione populista del sistema politico con i partiti che hanno perso centralità e forza. Un sistema senza partiti forti e senza contrappesi diventa un pericolo. Per questo lanciamo tre sfide: la realizzazione mai compiuta di quanto detta l’articolo 49 della Costituzione sui partiti. Basta ricordare che Fratelli d’Italia in undici anni ha fatto due congressi, la Lega due in dieci anni e Forza Italia due in vent’anni per capire che qualcosa non funziona. Inoltre è arrivato il momento di reintrodurre il finanziamento pubblico dei partiti. Inoltre lanciamo un’altra battaglia come risposta all’astensionismo dilagante, quella di tornare al sistema delle preferenze per le elezioni di Camera e Senato. A questo sul fronte giustizia aggiungiamo l’introduzione della separazione delle carriere per assumere una linea garantista, quanto mai necessaria, come valore fondante del sistema democratico». Poi l’affondo: «Le fasi cambiano e dobbiamo rilanciare le sfide. È maturo il tempo per una nuova stagione. Abbiamo il dovere di una nuova sintesi per poter battere il peggior governo delle destre». Nella tessera appare il volto di Bettino Craxi e accanto una delle sue frasi: “Ovunque nel mondo vi sia una buona causa da difendere, lì troverete i socialisti italiani”. Una scelta, ha sottolineato ancora Maraio, «non dettata dalla nostalgia – sono affezionato a una frase di Dalì “Più di tutto mi ricordo il futuro” – ma dalla consapevolezza che la figura di Bettino Craxi sia sempre più centrale e attuale. Come ogni anno andremo ad Hammamet, ci fa piacere la presenza di figure istituzionali – ha detto Maraio con riferimento a La Russa e Tajani – ma questo non ci deve far perdere di vista un aspetto: non possiamo confondere storie diametralmente opposte, le idee e la storia di Craxi appartengono alla sinistra socialista. Craxi e Berlinguer – ha aggiunto – non riuscirono ad unire le sinistre. E nemmeno dopo la caduta del Muro di Berlino i due partiti seppero superare la rottura del ‘21. Sapevano che il mondo stava cambiando ma antichi problemi e strategie di medio termine impedirono un decisivo passo in avanti. Oggi, a venticinque anni dalla scomparsa di Craxi, è maturo il tempo per una nuova stagione. La sinistra socialista e riformista e quella che proviene dal vecchio Pci, quella che ha scelto la via delle libertà e che ha animato le esperienze più significative nell’ultimo trentennio, hanno il dovere di trovare una nuova sintesi, un rinnovato slancio, un percorso di futuro. Serve perché solo una sinistra di governo, plurale e garantista, capace di parlare al mondo cattolico e di alzare la bandiera dei diritti civili e sociali, può battere il peggiore Governo delle destre». Poi, rivolgendosi alla segretaria del Pd ha aggiunto: «Ad Elly Schlein, a cui riconosciamo la leadership dell’opposizione, che ha ‘familiarità’ socialiste, che non ha il retaggio ideologico del vecchio Pci, dico che è giunto il momento di avviare quella pacificazione a sinistra. Sarà un percorso complicato ma bisogna iniziare seriamente e la nostra generazione ha questo dovere. Una riflessione comune su Craxi, senza partigianerie e senza letture strumentali, sia l’occasione per avviare un dibattito, per chiudere la stagione dell’odio e delle contrapposizioni. È il tempo della costruzione» – ha concluso Maraio
Bobo Craxi: dobbiamo trasferire la memoria in azione
Sta nascendo una memoria e noi dobbiamo trasferire questa memoria in azione. È questo il compito di chi svolge un ruolo politico; per noi tornare in Parlamento significa rendere la nostra presenza utile al Paese. Dobbiamo continuare a coltivare, portare con noi e tenere vivo il significato della svolta del Midas. Questa storia socialista, nonostante ci abbiano provato, non è stata cancellata. I socialisti non sono un incidente della storia, sono parte della storia e la sinistra è figlia del socialismo italiano. Per certi versi anche mio padre come Matteotti, è stato un martire e se in questi anni è stato possibile mantenere memoria lo si deve alla comunità socialista che è rimasta vitale in questi trent’anni e lo è tuttora» – ha affermato Craxi concludendo l’intervento con un po’ di commozione.
Claudio Martelli: dalla destra operazione truffaldina
«È stata una felice idea quella di unirci in questa occasione, è la conferma che il nome di Bettino non divide i socialisti ma li unisce. Lui non ha mai rinunciato al confronto politico al contrario dei capi della politica di oggi. Il confronto è importante e necessario per dare gusto e prestigio alla causa. Craxi è sempre stato nel centrosinistra e noi dobbiamo fare di tutto per evitare un’operazione truffaldina. Anche quella sinistra di tradizione comunista fa molta fatica e lo trova indigesto. La scelta di Nenni di schierarsi con il Pci nel Fronte Popolare con liste comuni fu una scelta suicida che nasceva dalla sopravvalutazione del voto alla Costituente. Nenni non voleva dividere la classe operaia e rimase sordo agli appelli. Con Craxi i toni a sinistra si sono subito riaccesi già prima dell’esperienza di governo. La politica comunista non trovò una risposta abbastanza ferma da parte socialista. Con Craxi invece ci fu quella risposta con la capacità di saper replicare con forza. Plaudo alla decisione di dedicare la tessera a Bettino. Un biglietto da visita che dovrebbe unire la sinistra se essa è davvero maturata. Se Elly Schlein ha parentele socialiste allora non le ha frequentate molto altrimenti non si appresterebbe ancora a votare contro la separazione delle carriere dei magistrati. Da quando è venuto meno il socialismo la sinistra si è smarrita e la destra ha cominciato a vincere. Non devono chiamarsi socialisti ma fare i socialisti. Ci deve essere un terreno su cui essere uniti. Questo terreno è la nostra storia che è anche il futuro. Il compito del socialismo e della sua eternità» – ha sottolineato Martelli.
Claudio Signorile: portatori di un grande disegno che attraversa la storia
«Andiamo a riproporre la forza riaggregante del socialismo. Ciascuna delle azioni che possiamo impostare deve essere ricondotta in ricostruzione valoriale del socialismo. Noi siamo i portatori di un grande disegno che attraversa la storia. Il compito è quello di portare il Pd ai valori del socialismo. Significa fare la politica di cui ha bisogno questo Paese. La sinistra è confusa. Non basta il riconoscimento che Craxi era un grande uomo, serve un riconoscimento in prospettiva sulle cose da dover fare» – ha aggiunto Signorile in chiusura di conferenza.