Il medico di base ai senza tetto. Una norma di civiltà

di Daniele Unfer

In un momento in cui la sanità pubblica è sotto attacco a favore di un sistema che privilegia se non addirittura obbliga il ricorso all’assistenza privata, arriva l’approvazione alla Camera di una legge per assegnare il medico di base ai senza fissa dimora. Una misura di civiltà grazie all’iniziativa parlamentare di Marco Furfaro, capogruppo Pd nella commissione Affari sociali della Camera. Ora manca il passaggio al Senato ma la soddisfazione resta. La pdl istituisce un fondo presso il ministero della Salute con una dotazione di un milione di euro per ciascuno degli anni 2025 e 2026. L’obiettivo è il finanziamento di un programma sperimentale per assicurare, a partire dalle città metropolitane, il diritto all’assistenza sanitaria alle persone senza fissa dimora. Grazie a questo provvedimento, anche gli homeless potranno iscriversi nelle liste degli assistiti delle Asl, scegliersi un medico di medicina generale, avere accesso alle prestazioni assicurate dai Lea, i diritti che fino ad oggi erano loro negati in quanto collegati alla residenza anagrafica. Sarà possibile dare risposte a molte persone che ancora oggi vedono negato il diritto costituzionale alle cure ed alla tutela della loro salute. È da vedere quanto le risorse stanziate potranno garantire la copertura per una platea di persone che oggi è di circa novantasei mila ma non può essere censita in misura esatta. Furfaro definisce questa una legge un mezzo che non solo restituisce il pieno diritto alle cure a decine di migliaia di persone, ma le renderà consapevoli che lo Stato non le ha abbandonate. Insomma uscire da una condizione di fragilità è possibile. Una bella immagine della politica. Attualmente, chi non è iscritto all’anagrafe comunale, perde il diritto all’assistenza sanitaria, tranne per le emergenze al pronto soccorso. Una platea che tante volte comprende padri di famiglia che si separano e finiscono a dormire in macchina, donne vittime di violenza che scappano di casa e vanno a vivere da amici, persone che perdono il lavoro e finiscono in strada e senza fissa dimora e residenza (senza la quale non si può accedere al medico di base). Con questa legge viene colmata questa grave lacuna. La nuova legge è in linea con i principi costituzionali sanciti dagli articoli 3 (uguaglianza) e 32 (diritto alla salute) e con la legge che ha istituito il Servizio Sanitario Nazionale nel 1978, secondo cui l’assistenza sanitaria deve essere garantita a tutti, senza distinzione di condizioni individuali o sociali. La nuova legge sarà sperimentata per due anni (2025- 2026) in quattordici città metropolitane (Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino e Venezia) coprendo oltre il 60% delle persone senza dimora presenti nel nostro Paese.

 

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