I tagli che preoccupano i comuni

di Riccardo Pozzi

Assessore alle Nuove Opere, Bilancio, Patrimonio e tutela della Costa – Comune di Pesaro

 

Il decreto Spending Review voluto dal governo Meloni, oggi più che mai alla ricerca disperata di recuperare risorse, è un provvedimento scellerato che metterà in difficoltà centinaia di amministrazioni comunali e che, per le conseguenze che potrà ingenerare, graverà, ancora una volta, sulle spalle delle fasce più deboli dei cittadini italiani. Perché il rischio, ora, è che i Comuni si trovino costretti a tagliare sulle spese correnti, a cominciare da quelle previste per le politiche sociali ed educative. Un taglio quinquennale di 250 milioni ai Comuni, deciso dal Governo, è un’enormità che “punisce” le amministrazioni più virtuose, capaci, con una visione lungimirante, di impegnarsi maggiormente nelle spese di investimento per realizzare opere pubbliche, fruendo anche dei finanziamenti del Pnrr. Si, perché sono proprio i comuni che sono stati capaci di investire grazie alle risorse ricevute dall’Euopra, quelli che oggi si vedranno decurtati i trasferimenti dal governo centrale. Una sforbiciata sulla spesa che va tutta ai danni degli enti locali e dei cittadini e che, con un tempismo quantomeno sospetto, arriva venti giorni dopo le elezioni europee. Un Governo più attento al proprio tornaconto elettorale che ai cittadini, potremmo dire, che lascia soli i Comuni e scarica su di essi la sua incapacità di trovare risorse per mantenere le promesse fatte agli elettori. Un taglio da irresponsabili. I Comuni che dovranno restituire i trasferimenti in parte corrente non avranno più risorse per sostenere neppure i servizi che già oggi mettono a disposizione dei propri cittadini. Assurdo che, ad esempio, vengano concesse con i bandi Pnrr le risorse per la realizzazione di nuovi edifici scolastici, nidi, musei, quando poi si provvede a tagliare le risorse per gestire persino le strutture già esistenti. Solo per Pesaro, il taglio previsto è di 680mila euro per il 2024; 3 milioni in quattro anni che, nelle logiche della presidente Meloni, il comune dovrà recuperare tagliando servizi o aumentando le imposte. Per noi questo è impensabile. Da anni stiamo lavorando per non aumentare le tasse che andrebbero a colpire proprio chi è più i difficoltà. I Sindaci e gli amministratori devono ribellarsi a questo modo di fare, arrogante e pericoloso, che aumenta le disparità e colpisce i più deboli. Noi siamo pronti a farlo fino alla fine.

 

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