di Enzo Maraio
I gamberi sono animali curiosi. Fanno dei forti salti all’indietro quando avvertono il pericolo. E così anche il nostro Vice Premier Tajani non ci ha messo molto a cambiare idea sullo Ius Scholae. Sono bastate alcune dichiarazioni da parte di esponenti di prima linea della Lega, che velatamente e meno velatamente agitavano lo spauracchio del rischio della tenuta del governo, che “il gambero” ha subito fatto un salto indietro. Non che dal ‘mite’ Tajani ci si aspettassero delle rivoluzioni, ma neanche una simile retromarcia, che ha il ‘merito’ contemporaneamente di infastidire i due alleati di governo e di alzare il livello dello scontro con le opposizioni che, giustamente, dopo gli annunci roboanti, sul tema della cittadinanza, non accettano nessun ritardo. Non c’è che dire, un capolavoro politico che ha pochi eguali. Non eravamo i soli a pensare che fosse un balletto tra partiti, per alzare la posta sulle nomine e le poltrone, ma speravamo di essere smentiti dai fatti. Come se non bastasse, i salti indietro del leader forzista non si fermano al tema dello Ius Scholae: su tutte c’è il grande abbandono del Sud. Mentre facevano distinguo con una mano, con l’altra votavano l’autonomia differenziata, sventolando insieme agli amici leghisti le bandiere delle venti regioni, rinnegando la bandiera e il nome che loro stessi hanno nel simbolo. L’Italia appunto. E ancora, l’incredibile abbandono al giustizialismo leghista. Forza Italia, dopo essere stata del tutto ininfluente sul Dl Carceri, cercherà nelle prossime settimane di lavorare sull’alleggerimento delle norme sulla custodia cautelare in carcere e sulla modifica della Legge Severino. Ma si troverà di nuovo a fare un salto indietro (questa volta insieme al Ministro Nordio). Un vertice di maggioranza di cui si intuivano i risultati: una sceneggiata degna del miglior regista dove le tante aspettative degli alleati si sono trasformate nella classica forma arrendevole dello “yes man”. La messa in scena di Forza Italia sta emergendo con tutta la sua forza. L’autunno porta con sé tante scelte da assumere: dalle priorità per la legge di bilancio, all’approvazione delle riforme, dalle nuove nomine fino al piccolo rimpasto che il Governo dovrà fare (chi prenderà, eventualmente, il posto di Fitto al Governo?). Ed è su queste scelte che l’opposizione dovrà contestare e far emergere tutte le incongruenze che ci sono fra gli alleati di Governo. Che non sono poche.