di Giada Fazzalari
Il tempo dei distinguo è finito. La polarizzazione tra destra e sinistra non è solo italiana, ma europea e mondiale. Se quello europeo è un modello sociale fatta di welfare, di democrazia, di libertà e solidarietà, oggi la scelta tra questo modello e l’idea di società delle destre non ammette più sfumature. E impone la scelta del fronte in cui schierarsi, senza ambiguità. E allora il refrain è sempre lo stesso: per vincere serve unità. Bisogna dirlo a Renzi, a Conte, a Calenda, e ai veti incrociati di tutti quelli che antepongono interessi particolari all’ideale. Nella temperie di oggi e dei prossimi anni assumono un valore chiaro e impegnativo le parole che Maraio, dalla festa dell’Avanti!, rivolge a Elly Schlein: “Elly, non farti incastrare dai se, dai no, dai veti”. Non è alla sommatoria di tutte le forze che sono contro Meloni e il suo governo che pensiamo, ma a chi crede e vuole difendere un modello sociale di diritti, di fiducia nel futuro, di libertà. La cifra dello stare insieme non può essere nel “contro”, ma in una generosità di fondo. Non un’unità di schieramento, ma di contenuti e di innovazione programmatica, ideale e politica, che alimenti la spinta verso una società che crei le condizioni per il libero dispiegamento del merito, e per il soccorso dei bisogni. Viviamo un’epoca che si contraddistingue per la paura, il timore, l’ansia; una società che il Censis ha definito del rancore. Serve dunque la presbiopia della politica per mettere a fuoco il bisogno immediato ma guardando nitidamente lontano. Uniti, insomma, attorno a una idea di società che sia la proiezione del modello sociale europeo, con un’idea di pace che si sia pronti a difendere contro qualsiasi aggressore; un’idea di lavoro che sia strumento di equità, di superamento della povertà, di tutela della salute con un sistema universale e gratuito. Un fronte politico che abbia come patto costitutivo di non cedere di un passo rispetto a tutto questo, secondo l’ideale socialdemocratico di sempre: “case, scuole, ospedali”, cui, noi socialisti, aggiungiamo la virtuosa alleanza, nata da una fortunata intuizione di Claudio Martelli, tra meriti e bisogni: valorizzare i meriti per generare le risorse con cui soccorrere i bisogni.