di Livio Valvano
In una lunga telefonata del febbraio 2023, Ugo Intini, da me contattato per avere la sua opinione sulla figura di Giorgio Ruffolo, in quei giorni deceduto, mi lasciò in memoria una “pillola” sull’Italia e sulla politica degli anni ’70. La tangente Eni da 100 miliardi, per la fornitura di 12 milioni di tonnellate di petrolio. Lo scandalo Eni-Petronim, che l’Avanti! e il suo direttore, denunciarono in quel tempo (1979) di particolare crisi sociale, economica e politica per l’Italia. Lo ricordo in questa circostanza, in occasione dell’apertura della Festa dell’Avanti! a Bologna, perché attraverso quel ricordo Intini mi ha lasciato il senso delle missione civile del giornale socialista che all’epoca dirigeva. Fu sottoposto a notevoli pressioni, dentro e fuori il Partito, a partire da alcuni giganti dell’editoria Italiana “mai indipendente”, né estranea a interessi economici e a gruppi di potere organizzati. Il racconto di Ugo ricorda del colloquio “intimidatorio” avuto in quei giorni da lui con un notissimo giornalista, direttore di un primario quotidiano italiano: “se continui e insisti sul caso Petronim, correrai il rischio non solo di perdere l’incarico di direttore dell’Avanti! – ipotesi data per scontata e acquisita da molti dentro e fuori il Psi – ma probabilmente chiuderai i ponti definitivamente con la stampa e la grande editoria”. Erano i sentimenti velenosi che provenivano da una larga e trasversale convergenza che attraversava i partiti di governo e di opposizione che udite udite, “difendevano apertamente quella tangente miliardaria”. A quella attività di contrasto ai danni dell’Avanti!, dei socialisti e del suo segretario politico, che denunciarono la gravità di quei fatti e che pretesero indagini e approfondimenti da parte del governo italiano, sembravano ammiccare anche alcuni noti esponenti socialisti, dell’area più a sinistra del Partito, vicini al Pci. Intini non si fece intimidire. Lo testimonia il coraggioso articolo, di replica a La Repubblica, pubblicato sull’Avanti! del 9 dicembre 1979, dal titolo “Una stampa che invita a tacere e aggredisce chi chiede spiegazioni”. Ecco, caro Ugo, puoi star certo che l’Avanti!, senza inchinarsi, continuerà a parlare.