Che arroganza l’idea di spostare le elezioni per un “taglia-nastri”

di Nautilus

Sui media vecchi e nuovi è stato derubricato come un capriccio di Matteo Salvini e comunque come una bega tutta interna alla Lega. E invece, a guardarli bene, gli argomenti portati dal vicepresidente del Consiglio dei Ministri per provare a spostare le elezioni regionali in Veneto, rappresentano un saggio di arroganza davvero esemplare. Ha dichiarato Salvini: “Ho proposto di spostare le elezioni del Veneto dell’autunno 2025 alla primavera del 2026. E mi sembrerebbe giusto che Zaia potesse accendere la fiaccola delle Olimpiadi invernali”. Sembra una delle tante bizzarrie di questa stagione politica: oramai le argomentazioni stringenti non sono più richieste, basta esprimere desideri e opinioni al netto della loro logica istituzionale. Salvini propone di allungare di ben sei mesi la durata della legislatura di una Regione con la ragione aggiuntiva che questo strappo consentirebbe al governatore leghista Luca Zaia di tagliare il nastro in occasione delle Olimpiadi invernali che si svolgeranno in Lombardia e in Veneto. Sarebbe troppo facile cedere ad argomentazioni altrettanto “facili”, della serie: e chi se ne importa? Ammesso e non concesso che le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina siano un exploit del Carroccio, lo sa Salvini quante opere, pensate o curate da un promotore, sono state poi inaugurate da altri? Nel mondo democratico migliaia e migliaia, ma se andiamo indietro nei secoli, probabilmente il numero è molto più alto, non definibile. Le opere si fanno, se sono utili, non per tagliare il nastro a favore di telecamera. Ma ovviamente l’argomento bizzarro non cancella il tema più serio: quello istituzionale. Allungare una legislatura oltre i termini legali può far piacere al Presidente Zaia ma sarebbe un precedente grave, un esempio pericoloso: sei mesi in più non sono due settimane o tre. Equivarrebbero ad un dieci per cento in più di mandato. Troppo. Decisamente troppo. Quel che stupisce è la sostanziale indifferenza del mondo politico-mediatico all’ultimo exploit di Salvini: è la prova che la soglia dello stupore si abbassa ogni giorno di più. Un fenomeno più generale, che è davvero molto, molto preoccupante. Persino più dell’ultima di Salvini.

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