Bene Nordio se non fa il giustizialista ma servono riforme più coraggiose

di Salvatore Sannino

Con il fascismo si praticavano abusi di Stato senza limiti, portando all’affermazione di una dittatura che non aveva nulla per assumere la guida di un Paese importante come l’Italia. Da quel momento si è affermata, come tratto distintivo della sinistra, la tutela delle garanzie a sostegno di chi non aveva “santi” alle spalle. Poi la storia ha fatto il suo percorso e alla fine del secolo scorso, c’è chi ha pensato di sposare il peggior giustizialismo nella speranza che bastasse per eliminare la concorrenza a sinistra, donando uno spazio politico alla destra reazionaria dei nostri giorni. Mai come negli ultimi decenni, la magistratura è investita da un discredito senza fine, imponendo una riforma seria ed articolata, lasciando nelle mani dell’attuale Governo la possibilità di giocarsi una partita tanto importante. Diciamo subito che è stato chiamato al ruolo di ministro della Giustizia un ex magistrato, che ha dato prova negli anni di sostenere le garanzie come tratto fondante della sua carriera. Nordio offre tutte le garanzie di capacità, conoscenza e visione, evitando di cadere nel gioco delle tifoserie che non fanno mai bene. E diciamo subito che i socialisti non si sono mai schierati per partito preso, ma hanno offerto motivazioni a sostegno delle tesi che hanno esposto, che ci differenziano da buona parte dello schieramento di centro sinistra. Noi siamo quelli che con Martelli Ministro della Giustizia abbiamo applicato le leggi che hanno permesso di sconfiggere la mafia, senza mai perdere di vista il rispetto delle garanzie e dell’equilibrio dei poteri. Ed allora lo diciamo subito che i caratteri fondanti della riforma ci convincono. L’abolizione dell’abuso d’ufficio era un provvedimento atteso da anni. Come non capire che lasciare per tale un reato tanto vago, quanto arbitrario, danneggia il Paese nella sua interezza. Come non si vede che lasciare nella autonoma, e molto spesso violenta, gestione la carcerazione preventiva, ha aperto un vulnus che richiedeva una urgentissima correzione? Ed ancora il mercato, perché di questo si tratta, delle fughe di notizie da dare in pasto all’opinione pubblica, che tanti danni ha fatto; si voleva porre un argine o no? L’ultimo terribile episodio è stato quello del padre che parla con il figlio assassino, ma che ovviamente, tenta di consolare il figlio, tracciando una speranza, come qualunque genitore avrebbe fatto. Eppure quel dialogo fatto nel chiuso di un carcere, registrato dagli inquirenti, è stato dato in pasto alla stampa che senza scrupoli lo ha utilizzato, aggiungendo dolore a dolore. Per tanti altri motivi, siamo d’accordo con le riforme approvate. E guardiamo con interesse anche ad interventi sul sistema carcerario che cosi come è non regge più alla sua primaria funzione di recupero dei detenuti. Certo poi, questo Governo non manca mai di dimostrare tutta la confusione e l’approssimazione della sua condotta. Poiché se da un lato ha eliminato l’abuso d’ufficio, dall’altro ha introdotto un’altra fattispecie di reato che rende ancor più ballerina e discrezionale l’applicazione di una legge che mirava a ben altri obiettivi. In questi giorni tutti si affannano a parlare di Giacomo Matteotti. Vogliamo ricordare solo poche cose: Matteotti era solito contrapporsi al regime fascista con un applicazione scientifica, diceva sempre cose studiate, precise, non discutibili; era un pragmatico, diffidava dei populisti, poiché ponevano cose lontane dai reali bisogni dei più deboli, per questo studiava il mondo intorno, trovava la miglior soluzione e la sosteneva con tutte le energie. Matteotti era un socialista riformista.

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