Alfabetico politico 2023, un anno di notizie attraverso i protagonisti

di Alessandro Silvestri

A come Atreju. La lunga marcia di Giorgia Meloni, che da manifestazione di sottocultura fantasy è diventata la kermesse politica della giovane nuova destra italiana, che però si è dimostrata tale e quale a quella vecchia.
B come Berlusconi. Il tre volte Presidente del Consiglio, capo della Fininvest e molto altro, è venuto a mancare il 12 giugno nella sua Milano, e fino all’ultimo, funerale compreso, non ha mancato di suscitare polemiche e di dividere il Paese.
C come Cutro e Cecchettin Giulia. La rappresentazione cruda e drammatica delle grandi questioni sociali e civili che il Paese sta (malamente) affrontando. E come Costanzo, he ci lasciava il 24 febbraio, uno dei giornalisti che ha capito di più come si usa la tv, sempre con idee nuove.
D doppia, come Delmastro/Donzelli. La prima buccia di banana del Governo Meloni subito dopo il “pronti-via”. Col sottosegretario alla Giustizia che resiste “stoicamente” al suo posto, mentre Donzelli continua imperturbabile ad essere il vicepresidente del COPASIR.
E come Elly. La federatrice della sinistra giunta da lontano, non sta entusiasmando. Non solo i possibili alleati del “campo largo” ma anche all’interno del PD. Per adesso un wishful thinking non realizzato, in vista della prova elettorale.
F come Francesco. 266° Papa della Chiesa cattolica che sta provando ad innovarla moderatamente senza curarsi di apparire un progressista, il che sarebbe effettivamente un ossimoro. Anticonformista, sì.
G come Gasparri. Altro noto maldestro esponente della maggioranza, a gridare “al lupo” per via delle magagne scoperte da “Report” sui suoi interessi nella cybersicurezza.
H come Hamas. Ovvero il più recente errore geo-strategico dell’Occidente, che lo ha ampiamente finanziato negli ultimi due decenni, noncurante degli obiettivi e delle mire terroristiche di quella organizzazione.
I come Ilaria Lamera. La studentessa del Politecnico di Milano che il 3 maggio ha piantato la prima tenda davanti al suo ateneo, per protestare contro il caro-affitti.
L come La Russa. Scivolato nelle polemiche giudiziarie che hanno visto coinvolto il figlio e infastidito da un reportage di Ranucci che metteva in luce certi affari familiari tra la Sicilia e la Lombardia. Il presidente del Senato ha recentemente fatto l’indiano anche alla prima della Scala, sostenendo di non aver sentito il grido proveniente dal loggione “viva l’Italia antifascista”.
M come Milei. Neopresidente argentino famoso per aver conquistato il potere con la motosega, confermando il trend dei leader populisti al comando. E come Messina Denaro. Vero o presunto capo della Mafia, morto in detenzione il 25 settembre. Una lunga vita da latitante, anche in questo caso presunto, perché sta emergendo che l’hanno visto un po’ dappertutto, persino al “Maurizio Costanzo Show”.
N come Navalny. L’ultimo oppositore di Putin, riapparso in questi giorni in una sperduta prigione oltre il Circolo Polare Artico.
N come Nobel per la Pace. Assegnato a Narges Mohammadi, l’attivista iraniana per i diritti umani, attualmente in carcere nel suo Paese.
O come Orsini. Il sociologo tuttologo, star di certi salotti televisivi portabandiera del putinismo e della “complessità” di non riuscire a dire le cose per come sono e i fatti per come avvengono.
P come Putin. Anche per lo Zar di (quasi) tutte le Russie, si sta avvicinando la data del voto, ma sarà difficile che avvengano novità significative.
R come Re Carlo III d’Inghilterra. Incoronato il 6 maggio dopo l’exploit della di lui madre. Meglio tardi che mai, recita il proverbio, intanto il 14 novembre ha festeggiato il primo anno da Re, alla soglia dei 75 anni.
S come Spitzenkandidat. Il “candidato di punta” scelto per la nomina a presidente della Commissione. Se i popolari hanno già scelto il bavarese Manfred Weber, i socialisti scioglieranno il nodo entro febbraio. E come Santanché e Sgarbi. Ennesime tegole cadute in capo al Governo, che per tramite di Crosetto, ha paventato interferenze politiche della Magistratura.
T come Trump. Campione assoluto del populismo occidentale, nonostante la recente sentenza della Corte Suprema del Colorado, in corsa più che mai alla nomination repubblicana.
Ursula Von der Leyen. Presidente della Commissione europea uscente, che nonostante la mancata riconferma, continua ad essere una delle personalità politiche più influenti del pianeta. E Unione Europea. Il primo novembre ha compiuto 30 anni.
V come Vannacci. Lo scrittore generale di fanteria, autore del best seller “Il mondo al contrario” nuovo manifesto di quelli con due palle così, autoproclamatosi erede di Cesare anche se ricorda di più il collega ex-forconista Pappalardo.
X come Xi Jinping. Presidente cinese che sta tentando di rassicurare gli USA e il mondo, sul fatto che il suo Paese non rappresenti un pericolo per la stabilità mondiale. Intanto i taiwanesi hanno varato il primo sommergibile nucleare. Non si sa mai.
Z come Zelensky. Il presidente ucraino tenta da due anni di contrastare il gigante russo. Non deve cessare la solidarietà e la difesa del diritto dell’Ucraina ad esistere e a resistere.

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