Scuola. Fantò: se non si investe, la precarietà dei docenti rischia di diventare precarietà didattica

“Perché la politica gioca con le vite dei docenti?” Questa la domanda fatta da un’insegnante ai politici presenti ieri a Roma, presso la sala della protomoteca del Campidoglio, al convegno sulla scuola organizzato dal Mida, associazione che da anni si batte per i diritti dei docenti precari, e non solo.

Al convegno erano presenti, il Presidente della Commissione cultura del Senato Pittoni, il Vicepresidente della Camera Rampelli, il deputato di Fratelli d’Italia Mollicone, Stefano Fassina e per il PSI, il referente nazionale scuola, Luca Fantò. Diversi i parlamentari grillini invitati, ma nessuno si è presentato. “Forse, dopo le molte promesse fatte in campagna elettorale ad oggi ancora non mantenute, per non dover rispondere a quella domanda sul perché la politica giochi con le vite dei docenti.Ebbene noi del PSI abbiamo cercato di rispondere”- sostiene in un comunicato Fantò. “La politica, una certa politica non gioca con le vite dei docenti, le usa. Le usa per avere consenso elettorale e al tempo stesso per assecondare chi dall’agire della politica può trarre vantaggio. Nella scuola è evidente come, da almeno 15 anni, la politica non stia lavorando né per i docenti né per i giovani. Per chi allora? È questa la vera domanda da porre”- si chiede Fantò.

Molte le domande poste ai politici dalle molte associazioni presenti al convegno. La prima sulla precarietà. Precarietà di decine di migliaia di docenti che si trasforma in precarietà didattica.

Poi la burocrazia, che depotenzia il lavoro di docenti e dirigenti. Dirigenti o aspiranti tali, vittime pochi giorni fa di un concorso le cui procedure poco trasparenti e su cui il compagno Nencini ha già presentato un’interrogazione parlamentare.

Quindi la confusione creata dalla continua introduzione di discipline senza prevedere fondi e personale docente adeguati o la lenta scomparsa di altre discipline.

Infine, ma si potrebbe continuare a lungo, i salari e gli investimenti, stratosfericamente lontani da quelli europei.

“Il PSI fa da tempo, con coerenza, le sue proposte”- ha aggiunto ancora Fantò: “stabilizzazione dei precari e quindi messa a regime di un sistema di formazione e reclutamento dei docenti con scadenze temporali regolari e qualificanti; aumento degli stipendi per l’intero personale scolastico e anche un nuovo inquadramento all’interno dell’amministrazione statale; trasparenza nei concorsi tale da ridurre i ricorsi, altra piaga dell’istruzione pubblica; blocco immediato della regionalizzazione; Organi collegiali alleggeriti dalla burocrazia per permettere ai docenti un impegno completo sulla didattica.

L’obiettivo deve essere rendere più efficace la qualità dell’insegnamento. Qualità che non ci si può illudere di ottenere attraverso la monetizzazione del cosiddetto merito ma che deve essere ottenuta liberando i docenti dai molti pesi che sono costretti a trascinare e permettendo loro di ritrovare quell’unità che il Mida oggi, sebbene per poche ore, riunendo sigle politiche, sindacali e associazioni è riuscita a creare”- ha concluso.

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