Andreini. Bene lettera dirigenti a Del Bue. Ora nel Psi proposta rivoluzionaria, non maquillage

Nel dibattito sul rinnovamento del Psi, iniziato con la lettera aperta di dirigenti del Psi a Mauro Del Bue, direttore dell’Avanti!online (leggi qui la lettera e la risposta del Direttore)interviene Marco Andreini, membro della segreteria nazionale del Partito: “Le ultime elezioni per noi sono state un disastro, ma dopo un primo momento di smarrimento, il partito ha cominciato a reagire e a metabolizzare il dramma accaduto. Il dibattito che si è  tenuto a Bologna e a Napoli, é stato  franco, aperto e anche duro. Non è crollato solo il nostro partito ma l’intero centrosinistra. Come tanti amano dire, il 4 marzo è  finita la Seconda  Repubblica ed è  nata ufficialmente la Terza Repubblica, quella che viene dai più descritta,  non dal sottoscritto, come l’epoca in cui non esiste più  alcuna differenza fra la destra e la sinistra. É  proprio in questa ottica che colgo il valore della lettera dei nostri giovani al direttore dell’Avanti!on line. Non si tratta solo di far spazio ad una nuova generazione ma è venuto  il momento di cambiare forme, linguaggio e parole d’ordine del nostro agire. Se il mondo del lavoro, il mondo associativo, il movimento sindacale, ha votato da un’altra parte è  evidente che i gruppi dirigenti non hanno saputo cogliere le trasformazioni in atto nella società. Il periodo del ‘renzismo’,  in  cui molti avevano creduto, invece di essere ricordato come il principio della rivoluzione istituzionale amministrativa, rischia di essere ricordato come  il tempo delle illusioni e delle speranze tradite. Questo è  il messaggio che arriva chiaro e netto dalle urne e la risposta che dobbiamo dare non è  quella di ‘meno sinistra’, ma anzi il contrario. Il ruolo dei partiti e dei movimenti che si richiamano ai valori della democrazia e del riformismo socialista in un mondo impazzito e imbarbarito a causa di una lunghissima crisi – opera della globalizzazione selvaggia – è quello di ritrovare la propria identità  e il rapporto con le classi di riferimento che da sempre sono i lavoratori, il mondo della cooperazione e dell’artigianato, il movimento sindacale e la piccola imprenditoria, che rappresentano le fondamenta su cui si regge la nostra società. Il jobs act ad esempio ha rappresentato una risposta parziale ad un mondo del lavoro in continua evoluzione. I lavoratori di Amazon, Uber e delle varie App che non rispondono a persone in carne e ossa hanno bisogno di tutele e di aiuti, di sentire che il loro lavoro venga riconosciuto e che gli venga data dignità, ne’  più  ne’ meno come al lavoratore in fabbrica. E  per fare questo si deve riformare il mercato del lavoro e avvicinare, delimitare e regolamentare il rapporto fra lavoro dipendente e lavoro autonomo. Altrimenti i lavoratori saranno considerati solo merce per il profitto. E non possiamo essere noi, la nostra generazione, a capire e a guidare anche politicamente questi processi: a malapena riusciamo a lavorare con i telefonini! Non riusciamo a cogliere la rivoluzione che stiamo vivendo e mai avremmo immaginato di trovarci nella società  dei robot descritta nei libri di Asimov. Caro Mauro, non è  solo questione di ricambio generazionale che per altro auspico dal congresso di Salerno, è questione di  inventare un nuovo linguaggio e la federazione con i Verdi e i Radicali rappresentano una via che a mio parere non ci serve a niente, così come altre alchimie organizzative che hanno il sapore gattopardiano di mantenere lo status quo. Mi sono permesso di dirlo a Bologna e lo ripeto: Riccardo che già  operò a Salerno in questa direzione – nella direzione del rinnovamento –  ha il compito di traghettare il partito verso nuovi lidi e lo deve fare  affiancando al suo ruolo, anche con compiti da vicesegretario, un giovane compagno o compagna che lo aiuti in questa traversata. Per fare questo non abbiamo bisogno di doppie tessere ma anzi  abbiamo bisogno di aprire le nostre porte a chiunque voglia entrare cosi come fa il Pd nei suoi congressi, abbiamo bisogn, come ha  detto ieri Virzì in un circolo Pd   a Orfini, “di buttadentro e non di buttafuori”. Nei  momenti eccezionali nella storia dei partiti si risponde con proposte veramente rivoluzionarie non con maquillage che lasciano invariate le cose”

 

Marco Andreini

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